Lo Stereotipo del Mese –
“La gattoparda”
– di Astrid de Berardinis

29 Novembre 2021

La Gattoparda ritiene di appartenere ad una specie rara, nobile e in via di estinzione. Ha faticato molto per conquistare il suo ruolo preminente, è orgogliosa del sudore e della fatica della sua gavetta. Si è fatta una posizione nel lavoro schivando le trappole della debolezza, giocando come un uomo avrebbe giocato, con strategia, tattica e pazienza.

 

Non è nata leopardo, ma gattaparda, può contare sul meglio della domesticazione e della selvatichezza. Ha ancora gli occhi grandi da gatta che inteneriscono, ma ha e sa usare i suoi artigli in maniera feroce.

 

Razza nobile, in via di estinzione, preoccupata della propria sopravvivenza, la gattoparda sa bene che l’adagio del “tutto cambi affinchè nulla cambi” fa molto al caso suo. Ed è per questo che la nostra amica è pericolosa assai, soprattutto quando ce la troviamo annidata dentro ed emerge in noi come resistenza.

 

Capita infatti di vederla attiva sostenitrice e promotrice di buone pratiche di sorellanza e inclusività. E’ la parte  gatta che si struscia e fa le fusa. Come non volerle bene?

 

Quando però il cambiamento richiede il passo ulteriore, il gesto concreto, farsi promotrice di un’altra, riconoscere ad una diversa generazione il diritto a prendere spazio, ammettere il talento che non abbiamo, è qui che la fiera può svegliarsi e dare sfogo al proposito di affossamento. Ed è qui che si risveglia la rivendicazione di un ruolo tanto duramente conquistato che ha costruito una identità professionale e sociale.

 

Diventa allora scontro culturale, generazionale e nuovamente di genere.

 

Attenzione a riconoscere la gattoparda allo specchio.

 

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