Amleta presenta la sua nuova mappatura dei teatri italiani

9 Aprile 2024

Amleta, l’associazione che si occupa di contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo, ha presentato lo scorso 3 aprile a Roma presso il Teatro Eduardo De Filippo la sua seconda Mappatura di genere dei teatri italiani dedicata agli anni 2020-2024 ovvero le stagioni teatrali 2020-2021, 2021-2022, 2022-2023, 2023-2024.

 

La mappatura è stata eseguita in collaborazione con la Commissione Genere dell’Università di Brescia nell’ambito del Gender Equality Plan 2022-2024 e ha calcolato le percentuali di registe, drammaturghe, adattatrici ed attrici nei Teatri Nazionali, Tric (Teatri di Rilevante Interesse Culturale) e Piccolo Teatro di Milano nel triennio 2020-2024.

 

Sono stati esaminati 2.903 titoli di prosa, di cui 1.063 per i Teatri Nazionali e 1.840 per i Teatri di Rilevante Interesse Culturale e 18.602 posti di lavoro relativi ai ruoli professionali, di cui 7.674 per i Teatri Nazionali e 10.928 per i Teatri di Rilevante Interesse Culturale.

 

La Mappatura evidenzia in modo inequivocabile la necessità di adottare misure concrete per promuovere l’uguaglianza di genere nel settore teatrale, creando così un ambiente più equo e inclusivo, dove tutte le voci possano essere rappresentate e valorizzate pienamente

 

Hanno presentato i dati per Amleta Valeria Perdonò ed Eleonora Giovanardi, per l’Università di Brescia la prof. Mariasole Rannò, Presidente della Commissione genere  e il dott. Francesco Longo.

 

Da sinistra a destra: Mariasole Rannò, Valeria Perdonò, Eleonora Giovanardi, Francesco Longo.

 

I dati continuano a non essere confortanti. Le donne rappresentano solo il 35,1% della forza lavoro del settore teatrale e la presenza varia in modo rilevante a seconda del ruolo considerato, del tipo di teatro e del tipo di sala.

 

 

La diseguaglianza attraversa tutte le professioni ed è maggiore in particolar modo per la regia.

 

Come nota la ricerca a proposito delle repliche:

 

“Nel momento in cui uno spettacolo prevede una presenza dominante di un genere in un certo ruolo, risulta necessario valutare quante volte viene riproposto lo spettacolo stesso e quindi quanta visibilità viene data ad ogni genere. Questa incidenza è stata considerata per dare una misura dell’impatto sociale e culturale del teatro e per comprendere le scelte relative alla gestione delle giornate di rappresentazione, ponendo il focus su quante di queste vedono la partecipazione di donne. Non basta infatti avere una parità di genere in termini strettamente numerici, ma è essenziale che il loro lavoro venga messo in scena con le stesse opportunità date agli uomini”.

 

Le raccomandazioni della ricerca:

 

“Risulta essenziale un’azione coordinata tra teatri, policy maker e associazioni di settore, a ciascuno dei quali compete un ruolo e, conseguentemente, il potere di attuare interventi specifici”.

 

 

Nelle parole di Amleta:

 

“Consapevoli di doverci contare per contare, desideriamo partire dalla solidità dei numeri per restituire una fotografia accurata della realtà teatrale e suggerire la necessità di politiche volte a modificarne la rotta.

Le discriminazioni viaggiano per vasi comunicanti, non si possono confinare dentro nessun recinto e la cultura in primo luogo ha il compito e il dovere di segnalare il problema partendo proprio dall’analisi dei suoi luoghi deputati.

Nessun ambiente è impermeabile alle disparità di genere e sebbene abbiamo rilevato un lieve miglioramento rispetto alla nostra prima mappatura che analizzava le stagioni relative al triennio 2017-2020, l’incremento è troppo debole e modesto per risultare significativo”.

 

La mappatura è qui.

La presentazione del .. è qui.

Il report completo è qui.

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