Protagoniste: Carolina Cavalli

30 Settembre 2022

Questo settembre 2022 è stato un mese ricco di impegni per l’autrice e regista Carolina Cavalli.

 

Amanda, Il suo debutto nel lungometraggio, ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia nella Sezione Orizzonti Extra ed è stata l’unica pellicola italiana in concorso al Toronto International Film Festival nella sezione Contemporary World Cinema.

 

Una bella doppietta di esordio nazionale e internazionale per un film che vede protagonista Benedetta Porcaroli nel ruolo di Amanda, una 24enne solitaria con un piano. No, non si tratta di trovare un fidanzato, o forse anche sì. Prima ancora viene l’amicizia. A dar di che ingegnarsi ad Amanda per riconquistare la presunta migliore amica d’infanzia sarà la riottosa Rebecca, interpretata da Galatea Bellugi.

 

Prodotto da Annamaria Morelli e Antonio Celsi per Elsinore Film, Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, Moreno Zani e Malcom Pagani per Tenderstorie e distribuito da I Wonder, Amanda sarà in sala dal 13 ottobre. Godiamocelo al cinema!

 

A Venezia Cavalli è stata anche protagonista del panel Cinema: a Sustainable Career? (Cinema: una carriera sostenibile), che si è svolto all’interno del 4° Seminario sulla parità di genere e l’inclusione organizzato da Biennale di Venezia, Eurimages e la nostra associazione con il supporto del MiC. E’ stato per noi un grande piacere la sua partecipazione e l’aver potuto mettere a confronto con la sua complicità punti di vista generazionali diversi nel dialogo in presenza e a distanza con Roberta Torre, Jasmine Trinca e Sofia Djama. Ma di questo ne parliamo altrove.

 

Settembre ha segnato inoltre per la regista il ritorno al luogo dove si sono messi in moto i primi incontri che hanno portato alla nascita di Amanda. Nel 2018 l’allora ancora solo sceneggiatrice Cavalli aveva infatti vinto il Premio Solinas Experimenta Serie con Mi hanno sputato nel milkshake, che quest’anno è stato proiettato proprio durante la nuova edizione del Premio Solinas ed è stato oggetto di una masterclass dedicata agli/alle studenti dell’Istituto G.Garibaldi de La Maddalena. Il pilota di serie Mi hanno sputato nel milkshake è disponibile qui su RaiPlay.

 

Da non perdere quindi l’opportunità di conoscerci meglio e di chiedere a Carolina Cavalli proprio in questo mese come sta andando.

 

 

Prima regia cinematografica, primo lungometraggio, prima volta a Venezia. Congratulazioni, Carolina! Ci racconti quale è stata la strada che ti ha portato all’esordio in laguna quest’anno?

 

Non ho mai partecipato ad un Festival così importante per una seconda volta, ma credo si abbia più lucidità della prima. Per me questi giorni di Festival restano un po’ un mistero. Spero di essermi comportata bene. 🙂

 

Ho sempre scritto nelle writers’ room o sceneggiato per altri registi, quindi non sono abituata alla parte dell’esposizione del proprio lavoro, è molto frenetico ed emozionante.

 

La produttrice Annamaria Morelli, che avevo conosciuto al Premio Solinas, mi ha proposto di dirigere questa mia storia e io mi sono preparata molto in anticipo, perché sono ansiosa nelle situazioni che non conosco. Così, alla fine, il set è stato in realtà il momento in cui mi sentivo più sicura.

 

Poi si prova a mandare il film montato e post-prodotto al Festival di Venezia e un giorno ricevi una chiamata che non ti aspetti. E poi speri di aver capito bene, speri sia vero per davvero insomma.

 

 

Tra le prime volte veneziane, c’è stata anche la tua partecipazione al seminario dedicato alla parità di genere e l’inclusione nell’industria cinematografica che co-organizziamo dal 2019. Che cosa ne pensi di questi temi e come è andata in questo nuovo ruolo di panelist?

 

Vedere che i dati sono raccolti e analizzati in modo così attento, preciso e intelligente, mi ha reso molto più consapevole della situazione. E’ vero che i dati sono sempre pubblicati, ma averne un’esegesi è sicuramente molto stimolante.

 

Io ho potuto parlare della mia esperienza, che è più limitata rispetto alle registe che mi hanno preceduto: Roberta Torre, Jasmine Trinca e Sofia Djama.

 

Personalmente, l’autorevolezza è l’aspetto professionale che più mi sono sentita di difendere e che sento ogni tanto messo in discussione relativamente alla questione di genere, con piccole cose, talvolta involontarie, ma con cose molto più importanti in altri casi.

 

Una cosa che mi ha interessato molto, e sulla quale sto cercando costantemente di aggiornarmi e farmi un’idea giusta, è quella del linguaggio. Non mi sento ancora pienamente in grado di gestirla e, scrivendo per lavoro, per me resta una questione se è possibile ancora più urgente.

 

 

Sappiamo che c’è un’altra prima volta importante in arrivo, quella da scrittrice. Di che cosa parla Metropolitania e da quali riflessioni nasce?

 

E’ una storia diversa da Amanda. E’ camp e più grottesca. C’è la noia, la droga, una pistola, dei cattivi, il lutto, l’ex ragazzo. E’ raccontato in prima persona e la protagonista, Eddi, è un po’ più grande di Amanda. Ha più o meno la mia età, è una trentenne.

 

 

Autrice, regista, ci sono altri ruoli da conquistare in futuro?

 

Tutto quello che non riguarda guidare un’automobile o gli aerei in generale, sarei molto curiosa di provarlo. Non so se scrivere mi viene bene, ma sicuramente mi viene meglio di tante altre cose; cioè, se c’entra con la scrittura mi pare di essere più soddisfatta del risultato (mentre se c’entra con il canto, per esempio, sicuramente no).

 

 

 

Grazie Carolina! Ci rivediamo al cinema, in libreria e ai prossimi festival!

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