Pillole di Contronarrazione –
Non si può più dire niente?

14 Marzo 2025
Non si può più dire niente?
DIFENDERE I PROPRI DIRITTI NON È CENSURARE I DIRITTI DELLE ALTRE PERSONE!
“Oggi basta toccare certi argomenti e ti distruggono!”
Ma è davvero così?
Rendere visibili le ingiustizie non è “distruggere” nessuna persona.
Dover rispondere a ciò che si dice (accountability) non significa subire censura. Significa che le parole hanno un peso. E chi ascolta ha il diritto di reagire.
Accountability ≠ Censura
Ancora OGGI a parlare di equità e inclusione si rischia derisione e aggressione.
Però ADESSO anche chi usa un linguaggio offensivo subisce critiche.
Non è questione di “politicamente corretto”, ma di rispetto e comprensione dell’essere parte di una società in evoluzione.
Esiste una dittatura dell’“eticamente corretto”?
No, esistono i contesti e la contestualizzazione dei discorsi.
Le parole costruiscono la realtà e il pensiero di chi le pronuncia e di chi le riceve.
Se utilizzi parole controverse, non sei una persona “coraggiosa”.
Rispettare le persone non significa aver paura di parlare. Significa scegliere con consapevolezza.
Perché la lingua crea il mondo in cui viviamo.
Chi non poteva dire veramente niente?
Fino a ieri, le donne e le minoranze non potevano nemmeno parlare.
Oggi si difendono: non è censura, è cambiamento.
La vera domanda non è “𝖭𝖮𝖭 𝖲𝖨 𝖯𝖴𝖮’ 𝖯𝖨𝖴’ 𝖣𝖨𝖱𝖤 𝖭𝖨𝖤𝖭𝖳𝖤?”, ma:
“Perché difendere il diritto di offendere e discriminare?”
I nostri suggerimenti:
Film: Il diritto di contare di Theodore Melfi
Libro: In altre parole. Dizionario minimo di diversità di Fabrizio Acanfora
Arte: Fearless Girl di Kristen Visbal
Podcast: Amare parole di Vera Gheno
Condividi se pensi che il cambiamento non sia censura, ma un’opportunità per tutte le persone.
Credits:
Idea e Coordinamento: Maria Grazia Li Bergoli
Supervisione: Domizia De Rosa
Scrittura: Giorgia Colli e Matteo Glendening
Grafica e Animazione: Heleen Ebenau
Social Media Manager: Elisa Pugliese
Con il contributo del Corso di Laurea di Gender Studies – Sapienza, Università di Roma