Storie senza confini
di Manuela Pincitore

30 Aprile 2024

Resoconto di una donna tornata bambina, tra Generative Artificial Intelligence e Virtual Reality.

 

Tra febbraio e marzo di quest’anno ho frequentato due Masterclass al MIAT (Multiverse Institute for Arts and Technology).

 

“Quella fatale tendenza verso l’ignoto che c’è nel cuore umano, e si rivela nelle grandi come nelle piccole cose, nella sete di scienza come nella curiosità del bambino …..”

 

è una frase contenuta in una novella di Giovanni Verga che ricordo dai tempi del liceo. L’ho usata, allora, per iniziare un tema sull’attualità, non ricordo se proprio quello della maturità. Mi era rimasta impressa perché l’ho sempre percepita molto aderente al mio sentire, al mio essere nel mondo. L’ho sempre legata alla mia curiosità, a quella mia necessità di cercare, capire, smontare e rimontare, conoscere anche oltre la convenienza o l’utilità di farlo.

 

“Perché sei qui?”

 

“Perché sono un animale curioso, forse proprio un gatto”

 

Forse quello ucciso dalla curiosità nel famoso proverbio, quello della band che ascoltavo da adolescente.

 

É così che mi sono presentata agli altri, il primo giorno di corso dedicato all’Intelligenza Artificiale Generativa utilizzata per lo storytelling.

 

Generative Artificial Intelligence for Visual Storytelling è una masterclass di 36 ore organizzato dal MIAT (Multiverse Institute for Arts and Technology) di Milano.

 

In nove incontri ho imparato a utilizzare molte applicazioni di AI di cui, prima, non conoscevo neanche l’esistenza.

 

In nove incontri ho conosciuto persone curiose come me, ho riso, ho ascoltato, ho litigato con l’Intelligenza Artificiale perché non faceva esattamente quello che le chiedevo io, ho spesso corrugato la fronte per cercare spiegazioni e risposte ai miei dubbi, ho raccontato il mio progetto e gli step per realizzarlo.

 

Ho scritto prompt con una sempre maggiore dimestichezza e ho capito come dialogare con l’AI.

 

Text to generate image, image to image, text to sound effects, image to animate, e dopo nove incontri ho mostrato a tutti il mio piccolo cortometraggio: due minuti di una piccola storia, con una piccola protagonista, interamente realizzati con programmi di Gen AI conosciuti e studiati durante le varie esercitazioni.

 

Ho consultato programmi per cercare informazioni e analizzare generi cinematografici, ho usato app per realizzare storyboard, creare personaggi e animarli, per decidere le inquadrature e i movimenti di macchina, per generare effetti sonori e colonna sonora, per creare dialoghi scegliendo il tipo di voce, la lingua e l’intonazione, per poi vederla in sync con le labbra.

 

La meraviglia è qualcosa che dovremmo imparare a conservare: non dovremmo mai smettere di concederci l’esperienza dello stupore. Perché “Curiosity killed the cat”, è vero, ma non tutti conoscono il prosieguo del proverbio: “Satisfaction brought it back”!

 

La soddisfazione della mia curiosità ha rimesso in moto pensieri e idee, mi ha aperto le Doors of perceptions (tanto per citare un altro gruppo della mia adolescenza e l’origine del loro nome!) e questo ritorno naturale ai miei anni del liceo, al mio diploma, alla musica che accompagnava le mie estati, ai miei innamoramenti, alla mia ricerca di un posto nel mondo, alla mia curiosità verso esperienze anche incoscienti e distanti, all’attrazione per il nuovo e per l’ignoto, a ciò che mi vedeva crescere con l’idea che tutto fosse possibile, ebbene, questo ritorno mentale alla mia adolescenza proprio ora che sto scrivendo di quest’esperienza creativa, forse non è casuale.

 

Perché a volte basta una masterclass anche per riportare vitalità e linfa ai propri processi mentali e scuotere le proprie abitudini.

 

Se poi ne frequenti due, sei spacciata!

 

Sì, perché a marzo ho seguito anche Spatial Narratives and Future Storytelling with AI Masterclass. E questa ha davvero messo in discussione le mie abitudini creative, il mio approccio all’ideazione delle storie, ha aperto la mia mente alla creazione di mondi interi, di personaggi anche non realistici e non umanoidi, di esperienze che passano per i media che scegliamo di utilizzare per consegnare quel mondo e quella esperienza immersiva a chi non sarà mai solo uno spettatore ma sarà, invece, parte integrante, necessaria, agente, di quello stesso Spazio Narrativo.

 

Qui ho corrugato la fronte molte volte, lo ammetto.

 

Nozioni legate al metaverso, al web3, alla blockchain mi erano completamente estranee. Oculus, realtà virtuale, realtà aumentata sono stati accompagnatori indispensabili per le esercitazioni di gruppo durante i quattro giorni di corso. Alla fine del quale avevo la vista annebbiata e il cervello in fumo!

 

Quattro giorni intensi, ricchi di novità e di stimoli creativi, di scambi con altri compagni di viaggio, tutti probabilmente inconsapevoli di quanto quei giorni avrebbero inciso non solo sulla nostra capacità e il nostro modo di inventare personaggi o storie, ma sul nostro approccio alla creazione, cambiando il punto di vista e l’orizzonte narrativo per spostarci da un’altra parte, in un paese delle meraviglie dove con Alice scopro che, davvero, tutto è di nuovo possibile. Come lo era quando ero solo una ragazza.

 

PS: di Etica e di utilizzo sensato e sostenibile di tutta questa tecnologia parleremo un’altra volta…ora lasciatemi navigare, senza tempo e senza gravità, in questo spazio di possibilità.

 

Nella foto da sinistra a destra: David Bassuk (Co-founder & Creative Director, White Horse Immersive), Manuela Pincitore, Elisabetta Rotolo (CEO, Founder, Creative & Executive Producer, MIAT)

Questo il link al video creato da Manuela Pincitore con Geni AI: Make a Wish

Per saperne di più sui corsi seguiti e quelli in arrivo: MIAT

 

Manuela Pincitore è Consigliera WIFTMI, Story Editor e Creative Producer per lo sviluppo di Film e Serie TV. Come Story Finder cerca con curiosità storie che si facciano raccontare da nuove angolazioni e rappresentino la molteplicità del mondo. Rispetta i Personaggi e, soprattutto, i loro conflitti, i bivi, le scelte, i successi e le delusioni, le prove che sono tenuti ad affrontare e che condividono, con generosità e coinvolgimento emotivo, con lo spettatore che vorrà ascoltarli.

Scoprite gli altri articoli di Manuela Pincitore nel nostro sito.

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