Protagoniste –
Marella Bombini e Vichie Chinaglia

28 Marzo 2023

In occasione dell’8 marzo, è andato in onda su History Channel il documentario Il regime delle donne, prodotto da Creative Nomads Production e diretto da Marella Bombini e Vichie Chinaglia.

 

Dopo le esplorazioni de Il Regime della follia sui manicomi e gli internamenti forzati e de Il Regime dell’euforia sulla droga ‘di Stato’, il documentario ripercorre la strumentalizzazione del ruolo della donna italiana dalla libertà sessuale delle avanguardie alla prolificità da medaglia del regime.

 

Cogliamo l’occasione di questa esplorazione per conoscere meglio il lavoro delle nostre socie, registe, autrici nonché co-fondatrici di Creativi Nomads.

 

 

Ciao Marella, ciao Vichie, come nasce la trilogia del Regime e in particolar modo Il regime delle donne? Come si colloca questa collezione all’interno della vostra produzione sia come argomento che come tipologia di prodotto? 

 

Il Regime delle donne è un documentario di storia che, attraverso il racconto della condizione femminile durante il ventennio fascista, affronta il tema del lento cammino verso l’uguaglianza dei diritti. Un tema che ci sta particolarmente a cuore, soprattutto in un momento storico come questo.

 

Questa trilogia nasce quando un giorno, History Channel, decide di commissionarci la produzione di un documentario, il primo, Il regime della follia, un’idea di tre studentesse della scuola Holden.

 

Tre ventenni avevano scritto un trattamento molto interessante che parlava dell’uso improprio dei manicomi come strumento di repressione durante il regime fascista e noi avevamo il compito di guidarle nella realizzazione del loro primo progetto. E così ci siamo messe al lavoro e tutte insieme abbiamo dato alla luce il primo figlio di questa trilogia.

 

A differenza dei classici documentari di storia, abbiamo deciso di far intervenire sia voci autorevoli che giovani ricercatori di storia appassionati dell’argomento e abbiamo scelto uno spazio industriale per ascoltare ciò che avevano da raccontare. Un ambiente semplice, nessuna scenografia, solo una sedia e la luce che filtrava da una finestra.

 

Non potendo acquistare tutto il materiale dell’Istituto Luce che avremmo desiderato, ci siamo dovute ingegnare per poter avere coperture video alternative che potessero arricchire il racconto. E visto che si parlava di manicomi, armate di camere siamo partite per andare nei luoghi che avremmo raccontato, come il Manicomio di San Servolo e l’ex Ospedale Psichiatrico di Pergine, i luoghi dove fu rinchiusa Ida Dalser, la moglie segreta del Duce.

 

E visto che c’eravamo, ci siamo immerse nella ricerca di vecchi documenti, lettere, scritti, fotografie di volti a noi sconosciuti, ma che avevano scontato pene ingiuste all’interno di quelle mura. Il risultato è stato un documentario di storia con un linguaggio più fresco del solito e un look particolare dato dalla presenza di foto e documenti trattati e animati in grafica.

 

Dopo il lockdown, probabilmente reduci da una full immersion in serie TV, tra cui Euphoria, ci è venuto in mente di realizzare un secondo documentario che parlasse dell’uso delle droghe, sempre durante il ventennio. E così è nato Il regime dell’euforia. Intanto, delle tre studentesse della Holden, una era rimasta al nostro fianco, Andrea Giulia Santini, una ragazza brillante e appassionata. Le abbiamo chiesto di scriverlo con noi e lei ha accettato ben volentieri. E visto che ormai il ventennio per noi non aveva più segreti, e visto che siamo una casa di produzione tutta al femminile, spinte anche dall’entusiasmo di Maria Grazia Li Bergoli, ormai colonna portante di Creative Nomads, abbiamo deciso di dar vita a Il regime delle donne: un documentario prodotto, scritto e diretto da donne.

 

 

Scrivete, dirigete, producete. Come vi dividete i compiti e cosa vi diverte di più?

 

La nostra grande fortuna è che siamo complementari. Ci piace seguire tutte le fasi del processo creativo ma ognuna di noi eccelle in qualcosa e, normalmente, all’altra quella cosa non piace tantissimo. Vichie immagina e disegna, Marella immagina e scrive.

 

La regia è il posto dove ci incontriamo e riusciamo a dar vita a qualcosa che, se fatta singolarmente, non avrebbe lo stesso valore. Vichie ha un occhio attentissimo all’estetica, alla fotografia, Marella scova storie e ama descrivere le emozioni.

 

Ovviamente non facciamo tutto da sole, facciamo sempre parte di una grande squadra che può variare di volta in volta in base ai progetti. Uno dei compiti più difficili, una sfida costante, è riuscire a tenere in piedi i team e a fare in modo che ci sia passione ed entusiasmo da parte di tutti su ciascun progetto.  Solo così ci si diverte davvero lavorando.

 

 

La vostra società ha una doppia anima, studio di produzione e studio grafico. La convivenza è facile?

 

L’aggettivo più calzante è “idilliaca”, una convivenza perfetta. Vichie è a capo del dipartimento di Grafica, Marella di Produzione.

 

Il fatto che produciamo contenuti e siamo anche uno studio di design, ci permette di dare a tutti i lavori che facciamo un look particolare. Se pensiamo ad esempio che di solito la grafica fa parte del processo finale dei documentari, spesso non c’è neppure il budget adeguato e ci si deve accontentare. Invece noi, prima ancora di iniziare a girare già pensiamo a cosa inventarci per fare dei titoli di testa e di coda originali, oppure se c’è modo di sperimentare qualcosa che leghi girato e grafica. In questo, per tornare alla domanda precedente, la figura di Vichie come Art Director è fondamentale.

 

Ci sono poi lavori che riguardano soltanto il dipartimento di grafica o solo di produzione, in quel caso ci dividiamo i compiti ma lavoriamo sempre fianco a fianco.

 

 

Flashback: quando e come ha preso forma la decisione di diventare imprenditrici in proprio?

 

Entrambe abbiamo lavorato come dipendenti per diversi anni in Fox Italia, Vichie come Graphic Designer, Marella come Creative Supervisor e Producer. Entrambe, in totale autonomia, abbiamo deciso di lasciare mamma Fox e il famoso “posto fisso” e di provare a diventare delle libere professioniste. Era il 2016, per puro caso ci siamo ritrovate nello stesso spazio di coworking dove ognuna lavorava ai propri progetti. Quando abbiamo iniziato a collaborare eravamo ancora “due partite iva”, qualche mese dopo è nata Creative Nomads in maniera naturale, non ci siamo fatte troppe domande, entrambe avevamo voglia di crescere, siamo diventate imprenditrici e abbiamo capito on the road che cosa significasse davvero. Non è stato semplice, una sfida costante, il nostro non è solo un lavoro creativo, ci sono tantissime responsabilità e tanta burocrazia ma anche questo fa parte del gioco.

 

 

Vichie, tre parole per descrivere Marella? 

 

Sicuramente con le parole se la cava meglio Marella, trovare 3 parole per descriverla è una selezione difficile. Il primo aggettivo che mi viene in mente è entusiasta, forse di più, direi super entusiasta.

 

Marella è entusiasmo ed energia e questo si sente in tutto quello che fa.

 

Fantasiosa, con la sua vena creativa riesce a vedere il potenziale dei progetti anche quando non sono ancora neanche un’idea e il tutto trovando chiavi originali di lettura e di racconto.

 

Sicuramente allegra, non so come ma è sempre allegra e generosa nel diffonderla e meno male che c’è lei con la sua allegria perché questa sicuramente la chiave per affrontare le sfide che incontriamo.

 

 

Marella, tre parole per descrivere Vichie?

 

La frase che penso di ripetere più spesso quando parlo della mia socia con qualcuno è “Vichie è un genio” ma penso che la cosa che amo di più in lei sia l’onestà e il fatto che, qualsiasi cosa accada, io sono sempre certa al 100% di avere accanto una persona perbene che agirà esattamente come agirei io. Si possono incontrare tante e tanti professionisti geniali e di talento nella vita ma se manca questa qualità, almeno per quanto mi riguarda, i rapporti personali e le collaborazioni non durano.

 

E quindi i 3 aggettivi per descrivere Vichie sono: geniale, onesta, perfezionista. Ovviamente ogni tanto ci scontriamo anche noi, ma finisce sempre tutto con grandi risate.

 

 

Creative Nomads è la società di produzione e studio di grafica e design fondata e diretta da Marella Bombini, Autrice e Regista e Vichie Chinaglia, Art Director e Regista.
Il team interno di Creative Nomads è organizzato in due dipartimenti, production e design, in cui giovani talenti collaborano in ogni fase dei progetti. Scrivono e producono prodotti televisivi originali caratterizzati da una cura per i contenuti e per la grafica.
Hanno firmato campagne pubblicitarie, spot, format televisivi e documentari per diversi canali (Fox, Fox Life, Rai, History Channel, Real Time, Discovery, Crime&Investigation, Blaze) e produzioni indipendenti come “Terroriste, Zehra e le altre”.
Hanno curato il rebrand di Real Time e realizzato la veste grafica di molti programmi televisivi Rai.
Si sono aggiudicate due ori al Promax Europe, nel 2020 e 2022, Gold Prize come “Best On Air Typography”, riconoscimento più̀ importante nel settore della promozione e del marketing televisivo.

 

“Scriviamo e produciamo contenuti audiovisivi che rispecchiano ciò che siamo, sia per quello che raccontano che per il modo in cui li interpretiamo. Il nostro studio è un laboratorio, come quelli di una volta, dove cerchiamo di produrre oggetti che abbiano una specie di marchio di fabbrica “Creative Nomads”, fatto di scrittura e di immagini con un occhio attento al design. Tutte le idee passano attraverso un processo creativo che ci coinvolge tutti, dall’autore all’art director, dal graphic designer al produttore, montatore, sound designer, tutti siamo chiamati a partecipare e a fare in modo che il prodotto finale abbia un’anima.“ Marella Bombini & Vichie Chinaglia

 

foto: Barbara Oizmud

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