Osservatorio Partite IVA

26 Ottobre 2020

Secondo l’associazione Progetto Donne e Futuro Onlus, sono le donne, sottorappresentate nel mondo imprenditoriale, quelle che incontrano più ostacoli e che operano tipicamente in realtà più piccole e meno dinamiche, in settori con minore intensità di capitale e con ambizioni di crescita minori.

 

Dal Ministero dell’Economia il 27% del totale di tutte le partite IVA registrate in Italia appartiene alle donne, eppure anche tra le partite IVA esiste un gender gap: il 34, 8 % delle donne guadagna meno di 10.000 euro a fronte del 15,6% degli uomini e il 10,3% degli uomini guadagna più di 60.000 euro a fronte del 2,7% delle donne.

 

Esiste un potenziale imprenditoriale femminile inespresso, che sarebbe utile riconoscere e promuovere da parte dei governi. Questo è particolarmente vero in Italia dove meno del 2% di donne (contro il 4% di uomini) sta iniziando un’attività propria (OECD 2019).

 

Le rispettive percentuali per la media dei paesi OCSE sono 5,3% per le donne e 7,9% per gli uomini. In Italia sono attivi diversi meccanismi di incentivazione: nel 2018 ad esempio, le domande accolte a valere sul Fondo di garanzia per le pmi – sezione speciale imprenditoria femminile – risultano 15.080, pari solo all’11,7% del totale delle operazioni garantite dal Fondo per un ammontare di finanziamenti di 1,3 miliardi per appena il 6,5% del totale dei finanziamenti garantiti.

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