Le donne del futuro prossimo –
Sougwen Chung

30 Giugno 2023

Buongiorno care lettrici e cari lettori, ben ritrovati!

 

Qui è la vostra Dalia, pronta a raccontarvi la storia di una nuova donna del futuro prossimo.

 

Spero che abbiate passato un buon mese e che vi siate lasciati incuriosire dai lavori di Alex Ruhl. Chissà se qualcuno di voi ha deciso di addentrarsi nel suo mondo VR e lasciarsi ispirare dalle sue storie immersive!

 

Per chi leggesse questa rubrica per la prima volta, a questo link trovate la storia di questa pluripremiata giovane artista.

 

Ma procediamo ora con la protagonista del mese.

 

Si tratta di un’artista canadese, un’ex ricercatrice del Media Lab del MIT, ad oggi considerata una pioniera nel campo della collaborazione human-machine.

 

Il suo nome è Sougwen Chung questo è il suo sito e quella che vi sto per raccontare è la storia del suo successo.

 

Chung lavora con i robot e l’intelligenza artificiale. Alla base del suo lavoro, pone lo studio delle dinamiche di interazione che possono nascere dalla collaborazione uomo-macchina.

 

Drawing Operations, 2018, courtesy of the artist

 

Nelle parole di Chung: “Esploro l’intelligenza artificiale e la robotica per sviluppare nuovi processi per la creatività umana. È così che esploro le domande su dove finisce l’IA e dove iniziamo noi e sviluppo processi che indagano sulle potenziali miscele sensoriali del futuro. Penso che sia il punto di intersezione tra filosofia e tecnologia.”

 

All’interno di questo Ted Talk Chung racconta di come sia nata questa collaborazione.

 

Tutto è partito con un semplice esperimento con delle macchine, che Chung aveva nominato “D.O.U.G.”, ovvero “Drawing Operations Unit: Generation 1.”

 

Non aveva alcuna esperienza con i robot, tantomeno ne aveva costruito uno. Quindi dopo aver preso alcuni progetti di bracci robotici open-source, ha provato a realizzare un sistema in cui il robot si adattava ai suoi gesti e li seguiva in tempo reale. La premessa era semplice: Iei guidava e lui seguiva. Lei tracciava una linea e lui la imitava.

 

“È una sorta di chiamata e risposta – spiega Chung – Posso inserire diversi tratti di linea e la macchina può rispondere.”

 

Per la seconda generazione D.O.U.G., l’obiettivo era diverso: creare un sistema che rispondesse ai suoi disegni in maniera inaspettata.

 

Per raggiungere questo risultato, Chung ha utilizzato un algoritmo per estrarre informazioni visive a partire dai suoi disegni digitali e analogici. Ha quindi allenato una rete neurale sui propri disegni degli ultimi 20 anni, così da identificare i pattern ricorrenti nel suo stile. Questi schemi sono stati poi reimmessi nella macchina attraverso un software personalizzato. Il risultato era frutto dell’elaborazione e della creazione mediata di D.O.U.G._2.

 

A quel punto “mi sono entusiasmata – racconta – perché ho iniziato a pensare che forse le macchine non devono essere solo strumenti, ma possono funzionare come collaboratori non umani”.

 

Drawing Operations Unit: Generation 2

 

Siete d’accordo anche voi che il risvolto concreto di questa ricerca è sensazionale?

 

L’analisi dello stile visivo di artisti storici, così come la tavolozza dei colori utilizzati, costituiscono un immenso database da cui il robot può attingere informazioni e dare vita a nuove opere. Il risultato sarà un’opera originale, ma pur sempre fedele allo specifico stile dell’artista in questione.

 

Passiamo ora alla terza generazione di D.O.U.G.

 

Questa volta l’artista decide di avvalersi non più di un solo robot, ma di un sistema multi- robotico. Per dare vita a quest’opera Chung utilizza filmati di sorveglianza pubblicamente disponibili di pedoni che attraversano le strade di New York. Ne estrae flussi di dati specifici (informazioni sulla densità, la permanenza, la direzione e la velocità) con cui addestra i robot. Il risultato è sorprendente: questo trambusto digitalizzato di dati viene tradotto dai robot e dall’artista in un’elegante pennellata.

 

A questo link trovate un video di Chung e i robot al lavoro.

 

Velocity Study                                                                  Direction Study
Omnia per Omnia                                                          Omnia per Omnia
(40.722215, -73.992944)                                                (40.712848, -73.989411)
48in x 48in                                                                       48in x 48in
2018                                                                                  2018

 

Con le ultime due versioni, invece, Chung entra fisicamente in connessione con i suoi robot.

 

 

 

Il D.O.U.G._4 (esposto durante Frieze London nel 2021) si collega ai dati delle sue onde cerebrali attraverso un elettroencefalogramma (E.E.G)  e questo influenza il comportamento del robot.

 

D.O.U.G._5, si spinge oltre. Il progetto inizia con una meditazione di 24 minuti. Mentre l’artista disegna e medita, D.O.U.G._5 risponde al biofeedback che Chung trasmette attraverso l’uso di una cuffia E.E.G.

Negli ultimi anni l’artista sperimenta anche la Mixed Reality e gli NFTs.

 

Nello specifico, ogni suo lavoro viene modellato in VR, e poi convertito in prototipo AR per una realizzazione fisica.

 

 

Uno dei suoi lavori, Into the Light, viene realizzato per l’edizione del Tribeca Film Festival 2019. In questo video potete osservare l’artista all’opera: video.

 

Con Ligatures (Node 1) prosegue l’esplorazione di queste tecnologie da parte dell’artista. La domanda attorno a cui ruota il suo lavoro è: “come possono gli oggetti di valore speculativo essere re-immaginati come supporto per il mutuo soccorso?”.

 

L’NFT è stato coniato il 7 giugno 2021 in collaborazione esclusiva con Verisart e SuperRare.

 

Ligatures (Node 1) è una nuova serie in AR che collega le linee di sostegno tra artisti, collezionisti e collettivi dedicati al mutuo soccorso. Node 1 esprime il concetto di rete decentralizzata multi-nodale come una forma scultorea cinetica ad incastro che cambia nel tempo, come un organismo vivente.

 

 

 

Ed eccoci giunti alla conclusione di questo excursus care lettrici. Prima di salutarvi vi lascio un’ultima citazione:

 

“Picasso usava gli strumenti del suo tempo. Mi interessa usare le tecnologie che definiscono il nostro momento attuale per capire come funzionano nelle nostre vite. L’uomo moderno è circondato da tecnologie intelligenti, telefoni e macchine, e io voglio usarle come fonte di ispirazione, guardando a quelle che potrebbero essere le future pratiche artistiche.” (Chung per il The Washington Post)

 

Con questa brillante riflessione, vi saluto e mi auguro che l’artista di oggi vi abbia affascinato tanto quanto me.

 

Al prossimo incontro cari lettori e care lettrici!

 

Vostra,

Sempre,

Dalia

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