Future Thinking –
Motore, ciak, play!
– di Gloria Puppi

30 Gennaio 2023

C’è un settore, quello dei videogiochi, che è stato spesso considerato secondario o di serie B dagli addetti ai lavori del settore dell’intrattenimento.

 

Già nel 2020 però il suo fatturato annuo era di 175 miliardi di dollari, nettamente superiore a quello di cinema e sport messi insieme.

 

Persino la Reggia di Venaria ospita una mostra sui videogiochi, denominata “Play – videogame arte e oltre, prorogata per due volte fino al 12 febbraio. Qui videogioco, arte classica e moderna sono stati messi sullo stesso piano, come ad esempio Giorgio De Chirico omaggiato negli immaginari surrealisti dell’avventura Shadow of the Colossus.

 

Ma anche la settima arte si fa sedurre dal settore dei videogiochi.

 

Si può fare un parallelismo con l’ascesa dei film tratti da fumetti.

 

Ci sono stati adattamenti cinematografici di fumetti per decenni, ma per ogni successo (es. Superman nel 1978) ci sono stati molti flop (Spider-Man nel 1977 o Howard il papero nel 1986). La prima decade del 2000 ha però visto l’enorme successo di film adattati da fumetti grazie a cineasti e a un pubblico cresciuti nel picco della mania per il fumetto che è andato a diventare la fanbase principale per questi prodotti.

 

Allo stesso modo per i videogames, i timidi tentativi fatti negli anni sono costellati da qualche successo (Mortal Kombat nel 1995, Resident Evil nel 2002), e molti flop (Super Mario Bros. nel 1993, Doom 2005).

 

Ma nella seconda decade del 2000, anche per questioni generazionali, i segnali di un’inversione di tendenza nel successo degli adattamenti da videogames si sono fatti molto forti: Detective Pikachu e Warcraft hanno superato i $400 milioni di incassi. E se ci fossero ancora dubbi, sono previste più di 20 serie TV e oltre 30 adattamenti cinematografici da IP di videogiochi nei prossimi anni.

 

I videogiochi di oggi hanno budget milionari e linee di produzione molto simili a quelle cinematografiche. Vantano però un pubblico molto vasto e una vita ben più longeva, oltre ad avere connotazioni narrative che li rendono maturi per la trasposizione sullo schermo.

 

I film stanno quindi diventando parte del merchandising dei videogiochi ribaltando il paradigma dominante fino ad oggi: le nuove generazioni si ricorderanno di buoni film tratti dai videogiochi, e non viceversa, in una evidente detronizzazione del cinema come forma più alta di intrattenimento.

 

Questi due mondi si sono già scontrati e stanno portando nuovi linguaggi e metodologie nel nostro lavoro.

 

Meglio accendere la console ed essere pronti!

 

PS

Riconoscete il tenebroso protagonista della foto di apertura? Sì, è lui, Howard il papero, di passaggio in Avengers: Endgame.

 

Gloria Puppi progetta scenari a medio-lungo termine, pre-totipa oggetti e servizi del futuro e costruisce mondi narrativi. Seguitela su LinkedIn.

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