Franca Valeri, Virginia Wolf e ognuna di noi. Che senso ha parlare di biografie femminili?
– di Maria Iovine

29 Aprile 2023

Franca Valeri. Indomita Ironia andato in onda a gennaio su Rai3 per la serie Illuminate e ora disponibile su RaiPlay, è il documentario diretto da Maria Iovine che racconta l’attrice, drammaturga e regista passata alla storia per le sue protagoniste femminili diventate icone della televisione e del teatro italiani.

 

Virginia Wolf in Una stanza tutta per sé scriveva:

 

“E cercavo di ricordare qualche caso, nel corso delle mie letture, in cui due donne venissero rappresentate come amiche. A volte sono madre e figlia. Ma, quasi senza eccezione, le donne vengono rappresentate in rapporto agli uomini. Era strano pensare che tutte le grandi donne della letteratura erano state, fino all’epoca di Jane Austen, non solo viste dall’altro sesso, ma viste soltanto in relazione all’altro sesso. E che piccola parte della vita di una donna è questa! E anche questa, quanto poco può sapere un uomo quando la osserva attraverso gli occhiali scuri o rosei che il proprio sesso gli ha messo sul naso.”

 

Era il 1929 Virginia Wolf si interrogava sulla rappresentazione del femminile nella letteratura.  Oggi, due secoli dopo, ci stiamo ponendo ancora la stessa domanda con qualche (forse ancora maldestra) risposta. Che senso ha oggi parlare di protagoniste donne e, in particolar modo, di biografie al femminile?

 

Ce lo siamo chieste una sera, davanti a un bicchiere di vino come antidoto a  un’influenza interminabile, Domizia De Rosa e io.

Quasi come un’auto-rivelazione (possiamo anche definirla laicamente la scoperta dell’acqua calda) mi sono resa conto che su due documentari lungometraggi mi ero cimentata in due biografie femminili.

Due racconti di donne diversissime da me, ma che in qualche modo mi sono apparse come un faro, un esempio da seguire o anche più semplicemente una storia che valeva la pena raccontare perché poteva parlare a molte altre, a molti altri, a molt* altr* (… scegliete pure).

 

La prima è stata Veronica Yoko Plebani, io che non sono mai stata un giorno in palestra e che ho il pieno uso del mio corpo da “normodotata”, ho raccontato la storia di un’atleta paralimpica che sfida ogni canone di normalità.

 

La seconda è stata un’icona assoluta: Franca Valeri, nostra signora dell’ironia, attrice, regista, drammaturga, appassionata di opera lirica e amante dei cani.

 

Cosa c’entrava con me una personaggia così? Come potevo io raccontare la sua vita ed essere testimone all’altezza della sua eredità? È qui che mi è venuta in aiuto Virginia Woolf… e poi anche Emanuela Fanelli, ma di lei ne parliamo tra un po’.

 

Virginia Wolf si chiede, tra l’altro tirando in ballo Jane Austen, come mai il racconto del femminile nella letteratura fino a quel momento fosse stato così parziale. La risposta è che non c’è stato un vero racconto dall’interno o, per essere più precise, che il racconto fatto dalle donne (poche) che fino a quel momento avevano avuto la possibilità di raccontarsi o raccontare vite a loro affini avevano avuto poca possibilità di espressione.

 

Questo si traduceva e si traduce oggi nel non avere esperienza diretta di quella che è stata la nostra storia di cittadine di questo mondo. Non è vero che le donne non sono state protagoniste del mondo che è arrivato fino a noi. Lo sono state sicuramente in misura minore, visto il sistema patriarcale che ha dominato la nostra storia, ma il dato di maggiore importanza è che non sono state raccontate e tramandate.

 

E qui per me entra in gioco Emanuela Fanelli, che oltre ad essere la protagonista del documentario, è una Virgilia d’onore per me e gli/le spettatori/ici.

Quando ho incontrato Emanuela, da buona secchiona quale sono, sono arrivata piena dei miei studi, ricerche, letture su Franca, con il mio punto di vista ben preciso e con una serie di cose che avrei voluto fare, dire, costruire, raccontare con lei.

Emanuela invece mi ha accolta con l’entusiasmo travolgente di una fan che finalmente ha la possibilità di stringere la mano alla sua rockstar preferita e qui è avvenuto il corto circuito magico che solo l’arte e la storia delle donne riesce a tradurre in emozione… che poi è il motivo per cui facciamo cinema, televisione e raccontiamo storie.

 

In sostanza Emanuela si è messa sulle tracce della sua madre artistica per rintracciare quella eredità tutta femminile consegnata a lei e alle altre attrici che hanno voluto confrontarsi con la comicità e che risulta ancora rara nella tradizione attoriale femminile.

 

In realtà c’è un ulteriore passo in avanti, con il documentario riportiamo la memoria di Franca in una direzione e uno sguardo che è inedito ai più: Franca Valeri non è stata solo una rara presenza attoriale che si è espressa magistralmente attraverso le sue interpretazioni, ma è stata soprattutto una firma autoriale graffiante e, a quei tempi, del tutto inedita del nostro teatro e del nostro cinema.

 

Franca Valeri è stata una delle pochissime – in un’intervista lei ribadisce di essere stata l’unica – sicuramente è stata la prima donna che ha fatto della critica sociale e della comicità la sua espressione artistica. Le sue personagge sono state una lente d’ingrandimento sulla società, la politica e l’Italia di quegli anni che arrivano fino a noi offrendoci una chiave di lettura che ancora ci apre lo sguardo sul mondo d’oggi.

 

Una critica acuta e consapevole che non lascia spazio solo alla risata, ma a una riflessione ficcante che lavora oltre il tempo della performance, diventando così già parte della storia.

 

La Sora Cecioni e la Signorina Snob, per nominarne due su tutte, ancora oggi ci fanno ridere fino a perdere il fiato perché sono maschere al pari di quelle che Molière ha creato per la tradizione teatrale che attraversa i secoli e arriva fino a noi.

 

Ci raccontano di allora, ma ci raccontano di chi siamo noi oggi. E qui si chiude il cerchio tra Franca Valeri, Emanuela Fanelli, Virginia Wolf e tutte le Maria Iovine del caso.

 

Il senso della biografia di una “grande donna” è quello di consegnare alla nostra generazione le conquiste, la testimonianza, la storia che è dietro di noi e che non è stata trascritta nei libri di storia, così ce la scriviamo da sole!

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