Cronache da altri sguardi
– di Paola Acquaviva, Eliana Corti, Paola Jacobbi

28 Maggio 2022

“Nessuno può mettere Baby in un angolo”.

 

Basterebbe citare Dirty Dancing per condensare il perché dei nostri premi a Sguardi Altrove. E non soltanto perché in Fragile (Hard Shell/Soft Shell) si riprende una delle sue più celebri scene.

 

Chi è Baby in Fragile la divertita commedia che abbatte i ruoli di genere attraverso la seconda e terza generazione di una Francia sempre più multietnica, ma comunque legata alle sue tradizioni (nel ballo, nella cucina)? Un film che rappresenta una commistione di generi così bilanciata da restituire un perfetto racconto di sentimenti. Una romcom che è anche romanzo di formazione, come lo è, da un punto di vista completamente diverso, Murina: gioioso il primo, rabbioso il secondo.

 

Due approcci stilisticamente diversi, due registe che alla loro opera prima hanno mostrato un punto di vista chiaro e riconoscibile, capace di abbracciare il particolare e il generale: il mare di Murina, il vero comprimario nella crescita furiosa della protagonista; l’evoluzione dei ragazzi di Hard Shell/Soft Shell, che imparano “per simbiosi” dalla loro giovane amica.

 

Fragile e Murina si sono distinti ai nostri occhi (occhi di esperte dell’audiovisivo, ma diversi per esperienze, gusti e professionalità) perché capaci di uscire dall’angolo, per aver proposto una narrazione in grado di appassionare e di rappresentare con efficacia la grammatica dei sentimenti.

 

Ci siamo trovate subito d’accordo.

 

I film in gara hanno davvero ritratto tanti “altri sguardi” per linguaggio e storie: corali, di guerra, di denuncia e di formazione, gioiose, frustrate e rabbiose.

 

Una proposta varia anche per capacità produttive, con opere di budget di diversa entità. In Hard Shell/Soft Shell e Murina abbiamo visto quel qualcosa in più per la capacità delle registe, così come del cast, di spiccare, padroneggiando il linguaggio cinematografico: due voci forti, intense e mai indecise davanti ai bivi narrativi che incontrano i protagonisti.

 

Che è poi l’essenza delle women in film: essere nell’industria, farla propria. E sempre determinate a portare a casa il risultato, anche in condizioni difficili.

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