Formare gli sguardi
con Susanna Nicchiarellli e
l’IIS Fermi Polo Montale

28 Marzo 2023

Allo storico cinema Olimpia di Bordighera, lo scorso 17 marzo, si è svolto il secondo incontro della rassegna Costruire un nuovo sguardo, parte del Progetto Formare gli sguardi: educazione al linguaggio visivo e cinematografico attraverso le lenti dell’inclusività, ideato dall’istituto di Istruzione Superiore Fermi-Polo-Montale di Ventimiglia in collaborazione con WIFTM Italia.

 

Ad introdurre la proiezione, l’esperta formatrice MIUR Prof.ssa Giulia Iannello, Simona Giaconella socia WIFTM Italia e la Referente di progetto per la scuola, Prof.ssa Ambra Saitta, tutte unite nel dare il bentornato alle ragazze e ai ragazzi dell’Istituto, alle associazioni del territorio impegnate sui temi della parità di genere e dell’inclusione, presentando il film in calendario come il secondo tassello di un percorso cinematografico le cui protagoniste e protagonisti sfidano davvero il nostro tradizionale modo di veder rappresentata la realtà e le sue storie.

 

Dopo Amanda di Carolina Cavalli, il racconto proiettato sullo schermo ha dato voce questa volta ad un’altra figura femminile, sicuramente più celebre per il grande pubblico ma certo mai raccontata in modo così poco convenzionale: Chiara della regista Susanna Nicchiarelli, presentato in concorso alla 79° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è stato fondamentalmente questo, l’incontro con una storia, quella di Santa Chiara di Assisi, che – seppur già tante volte ascoltata e letta – si carica di significati altri perché altro è il punto di vista che la genera, quello di un personaggio tradizionalmente ancillare rispetto al ben più noto San Francesco.

 

E a suggerircelo è già il titolo, Chiara e non Santa Chiara, a ribadire che l’occhio della macchina da presa scruta la donna, anzi la giovanissima donna, e non il ritratto agiografico della storiografia ufficiale. È così che una figura tradizionalmente percepita come esemplare e distante dalla comune esperienza umana diventa una di noi, molto più vicina di quanto sia mai stata alle nuove generazioni e, in particolar modo, alle sue giovani donne: Chiara in fondo non è altro che un adolescente in lotta, in lotta contro la famiglia che non ne sostiene le aspirazioni, in lotta contro le istituzioni che non le permettono di essere libera, in lotta contro una cultura che non le riconosce pari dignità rispetto all’uomo e la mortifica, additandola come la quintessenza del male – la tentazione – solo perché donna. E poi c’è la grande attenzione accordata alla ricostruzione storica, perfino nel linguaggio usato dagli attori, il volgare umbro dell’epoca: il tutto per restituire con quanta più autenticità possibile la cifra culturale di un’epoca che per la prima volta tenta di parlare a tutti attraverso la lingua di tutti.

 

Di questo si è parlato nella tavola rotonda a seguire, moderata dalla prof.ssa Giulia Iannello, che ha coinvolto la regista Susanna Nicchiarelli e le referenti di progetto per WIFTM Italia, Dott.ssa Federica Nicchiarelli, e per la scuola, Prof.ssa Ambra Saitta, in un confronto sui temi e sulle scelte stilistiche della regia: dal formato e dalle inquadrature che raccontano Chiara mai da sola ma sempre insieme alle sue sorelle – proprio a rimarcare il valore della sorellanza e della vita comunitaria – ai costumi che hanno tratto ispirazione dalla moda rivoluzionaria degli anni Settanta e che cercano anche nelle acconciatura di restituire il senso di ribellione delle giovani sorelle, dal tema della povertà come strumento di liberazione spirituale – mai così attuale in un presente scisso tra consumismo e sostenibilità  – a quello della lotta che sempre  dovrebbe accomunare i giovani di ogni generazione: in conclusione infatti, la regista Susanna Nicchiarelli, a cui va un grazie particolare per la generosità con cui sempre si offre al confronto con il mondo della scuola, ha ricordato a tutti i presenti in sala, giovani e meno giovani, il messaggio che ha voluto inviare attraverso Chiara: il valore essenziale della lotta, anche quando la battaglia è persa in partenza, perché “resistere” – quando tutto è contro come per Chiara – può essere talvolta l’unico modo di vivere una vita vera e, al contempo, di innescare il cambiamento.

 

(testo a cura della Prof.ssa Ambra Saitta)

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