A tutto schermo –
Queen Cleopatra

29 Aprile 2023

In arrivo il 10 maggio su Netflix la serie Queen Cleopatra. Scritta da Peres Owino e NneNne Iwuji, è prodotta da Jada Pinkett Smith.

 

La prima stagione si compone di quattro episodi di 45 minuti ciascuno. E’ interpretata da Adele James (Casualty, Acceptable Damage), nei panni della regina egiziana e dall’attore inglese Craig Russell (Canaries, Magpie) in quelli di Giulio Cesare. La regia è stata affidata a Tina Gharavi, attivista, artista, regista e sceneggiatrice britannica-americana di origine iraniana nominata ai BAFTA e al Sundance.

 

La docuserie approfondisce la storia di una regnante di cui, complice la versione hollywoodiana del 1963 con Liz Taylor e Richard Burton, ricordiamo principalmente le sue storie d’amore e di interesse con due degli uomini più potenti del tempo: Giulio Cesare e Marco Antonio.

 

Cleopatra è stata definita come la più famosa, potente e incompresa donna del mondo; una regina audace, la cui bellezza e i legami amorosi finirono per oscurare il suo vero punto di forza: l’intelletto.

 

Il trailer diffuso online ci presenta l’ultima erede dei Faraoni d’Egitto come una donna nera e questo ha scatenato non poche polemiche.

 

In Egitto, alcuni storici hanno sottolineato come Cleopatra non fosse nera, ma avesse in realtà origini europee. Zahi Hawass, uno dei maggiori archeologi egiziani ha avvalorato la tesi sottolineando la discendenza della regina da Tolomeo, generale di Alessandro Magno.

 

La scelta di un’attrice britannica nera ha infuriato molti: un avvocato, Mahmoud al-Semary, ha avviato una causa sostenendo che la serie viola le leggi sui media e “cancella l’identità egiziana”. Accuse che hanno innescato la replica immediata della regista della serie tv che si è difesa rilasciando una comunicazione a Variety dove ha affermato: “È più probabile che Cleopatra assomigli alla nostra attrice che a Elizabeth Taylor“, facendo riferimento all’iconico film Cleopatra del 1963.

 

Mahmoud al-Semary ha incolpato i vertici del colosso dello streaming di aver dato il via libera per la realizzazione di un prodotto seriale afrocentrico. Secondo l’avvocato, infatti, la trama della serie sarebbe lontana dalla vera storia di Cleopatra contraddicendo la storia e promuovendo, così, l’afrocentrismo. L’accusa è quella di “contraffazione” e da qui la necessità di preservare la propria identità nazionale e culturale.

 

La regista Tina Gharavi ha dichiarato: “Sono nata in Iran, sono persiana e l’eredità di Cleopatra è stata attribuita una volta o l’altra ai greci, ai macedoni e ai persiani. I fatti noti sono che la sua famiglia greca macedone – la linea tolemaica – si sposò con la dinastia seleucide dell’Africa occidentale ed era stata in Egitto per 300 anni. Cleopatra era lontana otto generazioni dai suoi antenati tolemaici, rendendo improbabile che fosse bianca. Dopo 300 anni, possiamo sicuramente affermare che Cleopatra era egiziana”.

 

Gharavi ha difeso Queen Cleopatra su Variety, scrivendo un articolo ospite per spiegare cosa l’ha spinta verso il progetto del documentario affrontando direttamente le critiche riguardanti il “blackwashing”. Guardando la leggenda di Hollywood Elizabeth Taylor mentre interpretava la regina nella versione cinematografica di Cleopatra (1963) da bambina, Gharavi ha ricordato di aver dubitato dell’origine della sovrana: “La sua pelle era davvero così bianca?”.

 

Dopo numerose ricerche, la regista ammette di aver ponderato l’”atto politico” di scegliere un’attrice nera per interpretare Cleopatra. “Perché Cleopatra non dovrebbe essere una sorella con la pelle scura?” si è chiesta, “E perché alcune persone hanno bisogno che Cleopatra sia bianca?”

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