Schermi da leggere –
The Carrier Bag Theory of Fiction di Ursula K. Le Guin
29 Novembre 2022
Questa proposta di lettura nasce da conversazioni intorno al famoso e famigerato viaggio dell’eroe, alle costrizioni della narrazione androcentrica a percorso unidirezionale, alla possibile circolarità dell’immaginario ecofemminista che hanno incontrato visioni e riflessioni ispirate da The Milk of Dreams – Il latte dei sogni, ovvero dalla 59ª Biennale Arte di Venezia appena conclusasi.
Immaginandoci negli altridove e altriquando di Leonora Carrington, artista surrealista e autrice del libro The Milk of Dreams che ha ispirato e guidato la curatrice Cecilia Alemani nella ricerca delle domande di questa edizione della Biennale, ci soffermiamo in una delle sue mostre nella mostra, giustamente chiamate “capsula del tempo”, dal titolo quasi wertmulleriano Una foglia, una zucca, un guscio, una rete, una borsa, una tracolla, una bisaccia, una bottiglia, una pentola, una scatola, un contenitore.
Qui entriamo nello spazio multidirezionale di Ursula K. Le Guin, autrice di una fantascienza molto contemporanea nel suo dialogo aperto con la sociologia, l’antropologia e la psicologia, come esemplificato dal suo classico La mano sinistra delle tenebre (The Left Hand of Darkness, 1969).
Saggista e poeta, Le Guin propone in The Carrier Bag Theory of Fiction (1986) la sua ipotesi sulla nascita e le forme della narrazione. Nella sua “teoria del contenitore”, non è il percorso lineare del cacciatore e delle sue lance a generare le storie ma quello spiraliforme della raccoglitrice e dei suoi contenitori.
Le Guin contesta la centralità dell’arma lunga e appuntita quale manufatto determinante per l’evoluzione dell’umanità e propone la carrier bag, ovvero la sacca, la sporta, il contenitore e per estensione la casa come l’oggetto fondamentale e fondante della cultura. Quindi la ricerca e la cura di ciò che si cerca, si trasporta e si conserva rispetto alla violenza di scimmie omicide à la 2001: odissea nello spazio. Ma anche lo spazio interiore, la sfera, la conchiglia, la perla.
A ispirare Le Guin fu Elizabeth Fisher e la sua “The Carrier Bag Theory of Human Evolution”, presentata nel libro Woman’s Creation – Sexual Evolution and the Shaping of Society, dove si contrappone a una società basata sulla caccia e sulla violenza, quella della raccolta, del mantenimento e della condivisione.
Contestare la lancia, significa dal punto di vista narrativo contestare l’eroe che egemonizza la sua storia a scapito di tutte le altre possibili e che come da tradizione sfrutta i suoi aiutanti, madrini e madrine per il proprio trionfo che non prevede condivisione paritaria con eventuali principesse salvate e impalmate.
Nella bisaccia possono invece esserci molte più cose, anche disarmoniche fra di loro, ma di certo tutte utili se messe in relazione non gerarchica fra di loro.
La sfida alla narratrice e al narratore è quindi quella di guardare l’acqua trasportata in una zucca vuota piuttosto che il cosciotto di mammut sul fuoco, vederne le storie e scrivere di altre esplorazioni.
Il testo è incluso nella raccolta di saggi di Le Guin I sogni si spiegano da soli, curata da Veronica Raimo per BigSur, con il titolo La teoria letteraria del sacchetto della spesa.
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