Protagoniste: Elisabetta Rotolo
28 Giugno 2022
Investigare i futuri possibili dei media nelle loro mille ramificazioni e opportunità è da sempre di primario interesse qui a WIFTMI e siamo quindi più che felici di parlarne con la nostra guru e socia Elisabetta Rotolo, CEO, Founder, Creative-Executive Producer & Artistic Director a MIAT (Multiverse Institute For Arts & Technology).
Per conoscere meglio Elisabetta e il suo lavoro con MIAT, cogliamo l’occasione della seconda edizione dell’Immersive Storytelling & Metaverse – Masterclass Bootcamp in partenza l’11 luglio a Milano, corso del quale vi abbiamo più volte parlato, che offre una formazione d’eccellenza per il nostro paese, come anche ci hanno testimoniato i/le partecipanti dello scorso anno.
Iniziamo quindi dall’hashtag #Metaeducation, che proprio Elisabetta ci ha reso familiare, per ringraziarla per la rubrica Lettere dal Futuro che ci ha già chiarito molti dubbi e per chiedere: quanto ne sappiamo di metaverso in Italia e di quanta e quale alfabetizzazione abbiamo bisogno?
In Italia l’argomento “Metaverso” è molto recente, fresco. Se ne parla assiduamente da qualche mese, precisamente da quando Zuckerberg ha annunciato che Facebook avrebbe cambiato nome in Meta.
Spesso però la parola Metaverso viene automaticamente associata alle cryptocurrencies e questo purtroppo è un errore grave: le cryptocurrencies si, sono le monete che si utilizzano nel Metaverso, ma non sono il suo risultato, il suo output, sono semplicemente un mezzo. Lo scopo del metaverso infatti è quello di fornire esperienze. Brand, registi, creator, attori: chiunque può entrare nel metaverso e connettersi con altre persone per creare e condividere la propria esperienza. La creazione e l’interazione con una community di utenti, consumatori, fruitori è fondamentale per ottenere il massimo rendimento dal Metaverso.
Il Metaverso, per altro, non è un luogo unico. esistono infatti numerose piattaforme che permettono di entrare nel metaverso. Ed esistono anche numerose definizioni di metaverso. MIAT, grazie ai suoi team che hanno 10 anni di esperienza nel settore immersivo, ha una sua concezione e definizione del metaverso: un mondo virtuale parallelo al mondo reale, fisico, in cui le persone sotto forma di avatar 3D (la loro controparte digitale) saranno in grado di muoversi, interagire e svolgere qualsiasi attività: lavorare, giocare, socializzare, acquistare, tutto virtualmente.
Mondi dinamici, interoperabili e persistenti, costruiti su blockchain, che simulano le interazioni del mondo reale, arricchendole in intensità e coinvolgimento degli utenti, generando esperienze altamente immersive basate e guidate dalla narrazione. Città, mondi ed economie virtuali interdipendenti, speculari e connesse alla nostra realtà fisica. Per quanto riguarda l’offerta, il 100% delle produzioni di contenuti avviene già in contesti digitali, spingendo le aziende a ridefinire il proprio business e l’offerta digitale, le strategie di brand, il business, l’arte e l’offerta di servizi culturali. Questo ha dato origine a numerosi nuovi posti di lavoro e opportunità sia per i giovani che per i privati e le aziende che vogliono intraprendere programmi di up-skill.
I lavori del futuro che stanno alla base del settore XR e del metaverso sono di generi diversi, come: creatori digitali, registi di contenuti immersivi, produttori XR e showrunner; sviluppatori XR, ingegneri software, designer UX / UI, sviluppatori Web, artisti 3D, animatori, Motion Designer e VFX, tecnologi creativi, ingegneri blockchain.
Questo mese è anche l’occasione per celebrare la collaborazione di MIAT con Bulgari che ha visto la creazione della prima Bulgari High Jewelry NFT capsule collection. La maestria e la bellezza del risultato (e non poteva essere altrimenti) ci ha incantato, a partire da Emerald Glory. Come è nato questo incontro e come si colloca nella vostra strategia di sviluppo?
La collaborazione Bulgari che ha visto la nascita della prima capsule NFT nel settore dell’alta gioielleria con Ruby Metamorphosis , Emerald Glory e Beyond Wonder è nata grazie alla fiducia che Bulgari ci ha dato nel creare una strategia di entrata nel mondo immersivo e metaverso utilizzando un approccio artistico e creativo, ma connesso fortemente alla conoscenza di tutte le tecnologie emergenti, proprio in occasione della presentazione della nuova collezione di alta gioielleria 2022 chiamata Eden.
Attraverso la collaborazione con Bulgari, abbiamo creato originali opere d’arte digitali che rappresentano creazioni di alta gioielleria Bulgari con esclusivi gemelli 3D digitali, shader avanzati per simulare diamanti reali, smeraldi, rubini, ametiste, e turchese, effetti di sfondo e 2D, combinati con animazioni che utilizzano effetti speciali con sistemi particellari e design del suono originale.
Non semplici copie digitali di gioielli, ma vere e proprie opere d’arte concepite in un’unica sincronia strutturale, e vivono in simbiosi pur mantenendo un’unicità di identità. Una sincronicità sottolineata anche da elementi sonori comuni o derivati tra le tre opere. Un soundscape dallo stile artistico “generativo”, dove il suono “emerge” come entità a volte legata al movimento delle immagini e a volte non per renderlo meno prevedibile anche dopo una lunga riproduzione.
La creazione delle animazioni è stata sviluppata in un programma 3D utilizzando un sistema procedurale avanzato. I gioielli sono ‘gemelli digitali’, copie digitali 3D di veri gioielli e di un gioiello che non esiste nel mondo reale, progettato e creato da uno schizzo di Bulgari.
Creare esperienze high-end originali immersive che uniscano un approccio artistico e creativo con una profonda conoscenza delle tecnologie emergenti e che si trasformino in arte digitale, NFT, esperienze per il metaverso, film immersivi, immersive art experiences, progetti di training avanzati, esperienze di branding, virtual tours and museums, dove alla base c’è sempre un forte sviluppo di storytelling immersivo fa parte della nostra storia e missione così come creare partnership strategiche come quella con Bulgari di cui siamo particolarmente orgogliosi.
Quali sono le reali potenzialità della realtà immersiva per l’industria dell’intrattenimento e questi multimondi stanno dialogando tra di loro in maniera proficua?
Il mondo dell’intrattenimento, così come tutti i settori, è stato fortemente rivoluzionato dalle tecnologie immersive.
Dalla produzione all’innovazione, ai processi di fruizione, le tecnologie XR sono entrate in modo particolare negli ultimi anni, nelle pipeline e nelle strategie di aziende e brand. Registi, designers, artisti e brand stanno cambiando il modo di comunicare e raccontare che ormai va sempre di più verso uno storytelling immersivo.
Con storytelling immersivo, si intende la tecnica che utilizza le tecnologie emergenti, come realtà virtuale, realtà aumentata e volumetric e motion capture, per generare una forte sensazione di immersività. È una tecnica molto efficace, che unisce realtà e mondo virtuale.
Attraverso lo storytelling immersivo, gli individui possono provare emozioni ed esperienze che non avrebbero potuto provare altrimenti. Le aziende possono fare leva su questo modo di raccontare per aiutare a cambiare il modo in cui la propria audience vede il mondo intorno ad essa. Inoltre, le aziende possono fare leva sull’empatia e l’emotività per contribuire al cambiamento della società e per connettere in modo più profondo le persone tra di loro.
Le modalità di fruizione stanno cambiando: concerti online, come quelli di Marshmello, Ariana Grande e Travis Scott sul Metaverso, documentari in VR come Travelling While Black, sport visibili su Oculus ed esperienze immersive visibili grazie alla tecnologia a 360 gradi.
Questi sono solo alcuni degli esempi di come le tecnologie immersive hanno cambiato radicalmente il modo di vivere l’intrattenimento, spingendo sempre di più verso modalità più coinvolgenti ed immersive. Non solo nella fruizione ma anche nella produzione: motion e volumetric capture per registrare persone o oggetti per visionarli in 3D su computer, immersive sound che permette di immergere l’user anche attraverso l’udito, game engines per creare ambienti immersivi per metaverso, virtual production, VR e realtà aumentata per arricchire il mondo che ci circonda.
Virtualità e realtà, quindi, dialogano in maniera sempre più proficua, con i produttori di contenuti che approcciano la virtual production per offrire contenuti sempre più innovativi; una produzione che rimuove le barriere tra la produzione dal vivo e gli effetti visivi, in modo che possano lavorare real-time ed in simultanea sul set, ottimizzata anche dai game engine per realizzare ambienti virtuali in real-time fotorealistici sul set.
Parliamo adesso di Elisabetta. Il tuo percorso professionale è oggi ancora un’eccezione nel nostro paese per il modo in cui attraversa ambiti diversi e mette in dialogo le tante competenze sviluppate. Ci racconti come nasci, dove vuoi arrivare e che ruolo gioca l’essere donna?
Ho un esperienza di oltre 20 anni come senior executive, business strategist e Global Chief Brand Innovation, Communication and Innovation & Change Officer di grandi corporation a livello internazionale come lo Stato di New York, Omnicom Group, Walt Disney, Mattel, Heinz, Plasmon – Ferrovie dello Stato, i Giochi Olimpici.
Nel 2018 ho poi fondato MIAT Multiverse Institute For Arts and Technology di cui sono CEO e creative & executive producer. Ho acquisito una esperienza internazionale in VR, AR, spatial computing, mondi virtuali, NFTs e sono keynote speaker nei grandi eventi mondiali delle tecnologie emergenti e metaverso. Ho un degree in Interior Architecture e un MBA presso l’Università di Liverpool.
Proprio durante l’MBA, nel 2016, ho iniziato ad interessarmi delle tecnologie emergenti. Stavo intraprendendo un PhD poiché ero curiosa di imparare come l’intelligenza emotiva potesse essere sviluppata grazie ai serious games in VR, per supportare una leadership genuina e trasformazionale e supportare la crescita di organizzazioni di apprendimento sempre più guidate da una leadership autentica, diffusa e condivisa. Ho compreso quindi che le tecnologie XR sarebbero diventate la prossima computing platform e che sarebbero state dirompenti in tutti i settori. Non solo, ho capito che avrebbero presto trasformato le nostre vite, come ci intratteniamo, come impariamo, e persino come ci incontriamo, interagiamo e facciamo esperienze.
Parallelamente, tuttavia, ho osservato che in tutto il mondo, queste tecnologie ed i contenuti ad esse applicati, erano sviluppate con un approccio prettamente nerd e non venivano sviluppati contenuti artistici o creativi di alto livello. Uno scenario dovuto all’assenza di formazione hands-on guidata da professionisti internazionali che insegnino a livello teorico, pratico, esperenziale e con un approccio di sviluppo creativo a diventare gli ArTechs del futuro , potendo anche collegare gli studenti al mercato.
Da qui è nato MIAT, che è il primo Hub creativo ed educativo per le arti e le tecnologie dove offriamo produciamo esperienze immersive, formiamo i talenti del futuro tuto basato su una forte ricerca.
Da un lato, ci impegniamo quotidianamente nell’offrire le migliori esperienze di apprendimento per formare i talenti del futuro, per migliorare la comunità creativa e le aziende del futuro e creare contenuti originali e coinvolgenti per aziende, istituzioni, media, broadcasters e professionisti creativi in tutto il mondo attraverso il nostro unico metodo educativo interdisciplinare, team multidisciplinari artistici con una profonda conoscenza di tutte le tecnologie emergenti VR, AR, MR, AI, 3D, Blockchain etc. e una ricerca all’avanguardia per l’espressione artistica e l’impatto sociale.
Crediamo profondamente nella creazione di communities di talenti aperte, nel coltivare e rafforzare il talento e nel generare esperienze immersive originali che possano anche plasmare un mondo migliore, nonché diffondere questo modello all’estero.
Dall’altra, abbiamo anche un centro creativo per contenuti immersivi, dove progettiamo e creiamo esperienze immersive cross-platform, come storytelling immersivo, mondi virtuali, NFT, gemelli digitali, video a 360 gradi e progetti che supportano strategie di marketing e comunicazione, e mostre d’arte immersive.
I nostri team, sia della parte academy sia del centro di produzione, sono artisti pluripremiati, principalmente anglo-americani, con decenni di esperienza nelle industrie immersive e nel metaverso. Creatori digitali, storytellers, sviluppatori XR, lead artists, registi, sound designer immersivi, modellatori 3D, riggers, animatori, produttori creativi ed esecutivi, curatori digitali, marketing, branding ed esperti di comunicazione.
Credo fermamente che l’unione di training, produzione e ricerca sia un business model necessario per creare i talenti del futuro e le storie e le esperienze immersive che possono cambiare il mondo.
Il nostro è un settore ancora molto maschile e abbiamo bisogno sempre di più di donne. Essere donna significa non mollare mai e credere che niente è impossibile. Ho sempre avuto ruoli anche più grandi di me, in società prettamente maschili e anche con una età media piuttosto alta quando ero poco più che 25enne con ruoli apicali in cui mi sono buttata senza alcun indugio e sono andata avanti grazie alla mia professionalità e expertise.
Essere donna è estremamente affascinante. E’ un’avventura quotidiana che richiede molto coraggio e soprattutto affrontare sfide che non ti annoiano davvero mai e che ti danno una grande energia anche quando sembra che è impossible andare avanti.
Ho sempre amato e amo tuttora lavorare con le donne, con le quali ho un’affinità elettiva. Sono molto flessibili, capaciti gestire molto bene la complessità, più attività insieme e non si risparmiano mai, ma soprattutto hanno un approccio molto etico. Inoltre ci sono numerose opportunità per ridurre le disuguaglianze di genere, perché possiamo e dobbiamo migliorare strutturalmente il settore fin da ora che è in costruzione, ed è anche qui che secondo me dobbiamo concentrare le energie. Sebbene siano “lente” ad adottare delle pratiche di uguaglianza di genere, le aziende tecnologiche di tutto il mondo dimostrano sforzi crescenti nell’assunzione e nell’emancipazione delle donne sul posto di lavoro. Le dipendenti di sesso femminile rappresentano tra il 28% (Microsoft) e il 42% (Amazon) della forza lavoro.
Le industrie della realtà aumentata e della realtà virtuale sembrano particolarmente desiderose di migliorare il numero di leader femminili nel settore.
Sappiamo che la tua agenda è sempre pienissima, ma a sorpresa hai due ore libere. Che cosa fai?
In effetti lavoro una media di 15 ore al giorno distribuendole anche in tarda serata o prima dell’alba per potermi occupare e stare il più possibile con il mio bambino che è ancora molto piccolo. Quando ho due ore libere vado a nuotare, oppure vado a vedere mostre, opere immersive, spesso con mio figlio e mio marito, amo molto passeggiare e viaggiare e scoprire nuovi luoghi, ora che si può, perché è una delle cose che amo di più fare. Non manca mai una lettura, una chiacchierata con una cara amica o vedere film, anche in VR, e andare a teatro che amo profondamente e andare in luoghi dove c’è musica o concerti di cui di fatto tutta la mia famiglia si nutre. Faccio quotidianamente meditazione, almeno due volte al giorno, da quanto ho 19 anni, perché mi aiuta molto a relativizzare tutto.
Grazie Elisabetta per le ricchissime risposte, buon lavoro e buone pause!
Elisabetta Rotolo è su LinkedIn.
Per approfondire gli argomenti trattati in questa intervista, leggete la rubrica Lettere dal Futuro qui nel nostro sito.
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