Cambiamo copione!
nel racconto di Marianna Carroccio
8 Dicembre 2024
Cambiamo copione! Le industrie culturali contro la violenza di genere (Roma, 23.11.2024) nel racconto di chi dietro e davanti le quinte lo ha reso possibile.
Marianna Carroccio, Avvocata, Consigliera e Responsabile Legale WIFTMI, ha moderato la tavola rotonda “Dalla responsabilità all’azione. Misure dirette e indirette per la prevenzione della violenza di genere negli ambienti di lavoro e per un’equa rappresentazione” e ci racconta qui gli argomenti affrontati.
DALLA RESPONSABILITÀ ALL’AZIONE
Misure dirette e indirette per la prevenzione della violenza di genere negli ambienti di lavoro e per un’equa rappresentazione
di Marianna Carroccio
Affrontare il tema della violenza di genere è sempre molto complicato: ti accorgi che gli argomenti si aprono come scatole cinesi ed ognuno ha il proprio percorso: la formazione, l’esperienza, la normativa, la rappresentazione, la cultura, la storia… e potremmo continuare.
Ogni approccio però deve tendere ad una soluzione, alla fine della battaglia per reprimere il fenomeno.
Quest’anno a Palazzo Merulana, per la seconda edizione della giornata dedicata alla riflessione su questo problema ancora troppo diffuso, abbiamo dedicato una tavola rotonda per dibattere sulla normativa quale strumento fondamentale nella lotta contro la violenza di genere, insieme alle avvocate Ester Viola e Giulia Bocaletti, la consigliera di parità di Roma Capitale e avvocata Gianna Baldoni, la responsabile dell’area sviluppo e progettazione di Differenza Donna, Sabrina Frasca e la giornalista e co-fondatrice de Le Contemporanee Valeria Manieri.
Ci siamo volute interrogare sul se la normativa presente a vari livelli supporti in maniera adeguata la necessità ormai non più rinviabile di passare DALLA RESPOSABILITÀ ALL’AZIONE, ossia di affrontare un cambio di passo e per questo motivo valutare l’efficacia dalle prescrizioni normative in essere rispetto alla realtà che ancora le donne si trovano a vivere in tema di molestie e di violenza di genere.
Siamo state tutte d’accordo che c’è abbondanza di legislazione a vari livelli (europeo, nazionale, protocolli tra aziende e sindacati), ma evidentemente essa presenta un carattere di debolezza che induce ancora alla ricerca di altre soluzioni (nelle testimonianze precedenti al panel, Charlotte Roustang, regista e attrice, vittima di molestie, ha presentato il suo progetto antimolestie che prevede, tra le altre cose, l’adozione di ulteriori protocolli aziendali, oltre che l’istituzione di organi di controllo).
Ma qual è l’elemento che manca?
Che cosa fa essere tutta questa normativa un’arma spuntata destinata a fallire nella sua missione, come risulta evidente dal numero di richieste di aiuto che ancora arrivano ai centri antiviolenza e di cui Sabrina Frasca ci ha raccontato l’importanza all’interno delle difficoltà in cui si muovono?
Purtroppo, abbiamo dovuto constatare che in questa tematica specifica le sanzioni previste non sono adeguate e per questo efficaci.
Un segnale positivo in realtà l’ha portato l’avvocata Viola che ha evidenziato come i KPI inseriti nella procedura di certificazione per la parità di genere nella sua esperienza stanno effettivamente funzionando come deterrente all’interno delle aziende. Tuttavia, perplessità sulla loro efficacia generale è stata avanzata dall’avvocata Baldoni che ha invece una posizione molto critica sul tema della certificazione di parità.
Anche la presenza di più donne in posizioni apicali è uno strumento essenziale per la lotta alla violenza di genere: l’avvocata Giulia Bocaletti attraverso una analisi dei dati sull’occupazione femminile nell’audiovisivo purtroppo ci ha raccontato come sia ancora difficile per le donne raggiungere e mantenere posizioni di potere.
Infine, Valeria Manieri ci ha ricordato come sia necessario passare al contrattacco (ossia all’AZIONE) riconoscendo la responsabilità politica e sociale di tutti, nessuno escluso.
Come WIFTMI siamo convint* che occorre procedere unit* nell’alleanza tra generi per cambiare il copione.
E questo ovviamente non può prescindere dal promuovere istanze al Legislatore affinché costruisca strumenti di prevenzione che funzionino e non rimangano come narrazione astratta, utile solo a poter affermare che il compito è stato consegnato.
Da sinistra a destra: Marianna Carroccio, Valeria Manieri, Ester Viola, Giulia Bocaletti, Gianna Baldoni, Sabrina Frsca
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