Al posto giusto nel momento giusto:
videografica ed effetti speciali
– di Gabriella Tucci e Virginia Arati
28 Aprile 2022
Ci conosciamo da quando eravamo due giovani donne graphic designer, curiose e affascinate dalla creatività e dalle nuove tecnologie, dai videoclip di Videomusic, MTV e dalla videografica per la TV che in quel periodo andavano per la maggiore.
Con l’occasione di vedere la nuova casa di Virginia nella campagna romana, chiacchierando davanti a un prosecco e a un vassoio di dolci, ci ritroviamo, con tutti gli anni di mestiere sulle spalle, a parlare di lavoro e soprattutto, di formulare bilanci su quanto la produzione audiovisiva sia cambiata.
Inevitabile il passaggio da oggi a quello che furono gli inizi e, subito, il discorso prende la strada dei ricordi: che anno era quando uscì il Paint Box? Ricordi Monica Vitti quando veniva con il suo compagno Franco Russo e Alberto Sordi a fare effetti speciali per il loro film? E Keith Haring? E nel culmine dei ricordi, delle esperienze e della crescita lavorativa, ci rendiamo conto tutte e due di essere state molto fortunate a vivere professionalmente verso la metà dei favolosi anni 80, e ci siamo chieste:
Che momento magico abbiamo vissuto?
Virginia: Era il 1983 e un amico, un artista poliedrico, regista, scultore, scenografo che si chiama Renato Ferraro, mi informò che una società, la SBP, stava organizzando un corso di computer grafica con degli ingegneri americani. Mi ci sono subito iscritta. È cominciato tutto così. Grazie a quel corso sono entrata nel futuro! Un’avventura che dura ormai da ben 38 anni e che mi ha riempito la vita di innumerevoli soddisfazioni.
E tu?
Gabriella: Dopo lo IED e un lungo viaggio/stage negli Stati Uniti dove mi sono avvicinata sempre di più al mondo che già da tempo mi incuriosiva, torno in Italia sempre più convinta che la videografica è la mia passione. Anche a me, qualche anno dopo, un amico mi informa che la Regione Lazio sta organizzando un corso di computer grafica presso la SBP, dove tu già lavoravi. E, dopo il corso durato parecchi mesi e un periodo di affiancamento con te, anche per me, l’avventura è cominciata così. Quasi non ci credevo! Tutto il mondo della TV, del cinema, della pubblicità passava di là.
Il pregio in quegli anni fu di dover imparare a restare sempre al passo con le nuove tecnologie e i continui aggiornamenti, essere testimone e fruitore di una vera e propria rivoluzione digitale, rivoluzione che non si è mai fermata e che ha arricchito il mio percorso lavorativo.
Virginia: Infatti la SBP in quel periodo in Italia, era la società più all’avanguardia per le tecnologie avanzate, è stata lungimirante ed intelligente nel tenersi costantemente aggiornata sulle novità nel mercato. Vero pioniere della computer grafica è stato Antonio Balsamo, suo fondatore, che ebbe l’intuizione di capire che quello che il mercato informatico stava offrendo era un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Da un piccolo studio con solo salette di montaggio, decise di aprire un’intera palazzina a Monteverde per ospitare i computer Unix, enormi cervelloni, che occupavano un intero piano, dove quattro ingegneri americani macinavano pixel per istruire decine di ragazzi già grafici e illustratori curiosi ed entusiasti. Faceva il suo ingresso in Italia la computer grafica, rendendo sempre più obsolete matita e foglio da disegno.
Gabriella: Pazzesco, l’Avventura era iniziata, quella con la A maiuscola! Si lavorava frame by frame mettendo colori e riproducendo sequenze animate ad una velocità che prima ci sognavamo. La produzione di cartoni animati è stata, infatti, la prima attività che ha portato il computer verso la realizzazione di videografica.
Virginia: Comunque, si, in quegli anni esce la Quantel, una società inglese che aveva creato una macchina straordinaria, il Paint Box, una vera rivoluzione. Riproduceva perfettamente la dinamicità e la performance della mano dell’artista. Era la macchina che diventa amica e strumento e non sostituto/competitor, che coniuga la tecnologia alla manualità riproducendo i gesti e la pressione della mano sulla tavola da disegno, lasciando intatte l’umanità, la delicatezza e la poesia della libertà di espressione. Avevamo la sensazione di utilizzare una matita magica con la sensibilità del proprio tocco che crea segni e mescola colori con la velocità e la perfezione della realtà. Per me, che ho cominciato ad usarla, fu amore a prima vista. Una postazione grafica la cui notorietà crebbe a tal punto che, alla SBP, cominciarono processioni infinite di artisti come Fellini, Turcato, Sordi, grandi società automobilistiche, agenzie di pubblicità come la Mc Cann e TV come la RAI, Mediaset, TMC con tanti programmi tra cui Mister Fantasy di Carlo Massarini Link dove Mario Convertino, il top degli art director, creava e sperimentava nuovi linguaggi. Si alternavano giovani registi, gente della moda, del design, agenzie pubblicitarie.
Gabriella: Tutti in fila per utilizzarla, effetti mirabolanti, velocità di esecuzione, si poteva tutto, e tutto era formidabilmente eccitante.
L’aver lavorato a programmi super innovativi come Immagina
(Segni e sogni del nostro tempo) con la conduzione di Edwige Fenech, con Omar Calabrese, le video/sculture di Fabrizio Plessi, la grafica sempre di Mario Covertino e la regia di Ranuccio Sodi in quel periodo era veramente il top. Qui il link
Eravamo affascinate soprattutto da questi programmi di tendenza come anche il Non necessariamente di Carlo Massarini
E poi Keith Haring? Conosciuto personalmente, di cui conservo ancora le spillette e la T-shirt con i suoi disegni che mi aveva regalato, e poi i trailer per il cinema, le sigle TV, lo sport, la pubblicità…
Virginia: E la grafica “elettronica” si fece sempre più rilevante, diventava elemento essenziale nell’estetica televisiva. Ricordo che la RAI, grazie al top degli studi e della tecnologia che aveva a disposizione da noi in SBP, ci sceglieva regolarmente per realizzare importanti trasmissioni come Mixer di Giovanni Minoli Link, innumerevoli sigle di Mario Sasso, tra cui quella del TG3 con la musica di Brian Eno Link.
Gabriella: La novità poi era che avevamo adottato il modello americano, con la postazione grafica in linea con il montaggio. Il cliente poteva lavorare in simultanea avendo il controllo completo delle lavorazioni e una maggiore velocità di realizzazione. Una fantastica modalità che fece da apripista per tutti gli studi di post-produzione che nacquero da quel momento in poi. La comunicazione visiva si stava trasformando, la velocità del computer ti portava a montare sequenze e grafica dove tutto era serrato, sincopato, stava nascendo un nuovo linguaggio visuale.
Virginia: Eh sì, se ci pensi fu una rivoluzione anche estetica oltre che tecnologica e noi ne facevamo parte, eravamo le attrici protagoniste, artefici della rivoluzione. Era tutto così affascinante, una giostra di novità che ci ha travolto, ha sconvolto la nostra vita e le nostre abitudini per sempre. E’ stato veramente un grande privilegio vivere quel periodo.
Gabriella: Ehi, ci siamo spazzolate tutti i dolcetti, questi però grazie alla nostra manualità analogica!
Potremmo andare avanti per ore a raccontare altri aneddoti, solo anni dopo ci siamo rese conto di quale rivoluzione abbiamo vissuto per la grafica e la comunicazione visiva!
Se ne volete sapere di più… non esitate a contattaci!
Inoltre vi segnaliamo la mostra al Palazzo delle Esposizioni
e alla Galleria d’Arte Moderna
Il video rende felici – Videoarte in Itala
dal 12 Aprile al 4 settembre 2022
Per saperne di più su Gabriella Tucci: LinkedIn
Per saperne di più su Virginia Arati: LinkediIn
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