Actor, not actress
29 Settembre 2020
Cate Blanchett, la controversa presidente della giuria della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2020, ha dichiatrato che preferirebbe essere chiamata “attore” piuttosto che “attrice”.
L’attrice australiana, voleva lanciare una polemica sulla discussa decisione del Festival di Berlino di eliminare i premi di genere e dare solo un premio come Miglior Interpretazione.
“Mi sono sempre riferita a me stessa come un attore”, ha detto la Blanchett, “appartengo alla generazione in cui la parola attrice veniva usata quasi sempre in senso peggiorativo. Quindi rivendico l’altro spazio”.
L’attrice, pluripremio Oscar, ha chiesto ai giornalisti se ci fosse un equivalente femminile della parola italiana “maestro”, solo per sentirsi dire che non c’era.
“Penso che una buona performance sia una buona performance, non importa l’orientamento sessuale di chi le sta realizzando”, ha detto ai giornalisti.
Venezia è stata pesantemente criticata per aver selezionato una sola cineasta donna per competere per il Leone d’oro nel 2017 e nel 2018 e ancora di più nel 2019 quando Roman Polanski – ricercato negli Stati Uniti per lo stupro legale di una ragazza di 13 anni nel 1977 – è stato selezionato e poi ha vinto il secondo premio del festival per il suo dramma storico, L’Ufficiale e la spia.
Pertanto il record di otto registe donne quest’anno è stato “una risposta diretta ai progressi positivi che sono stati fatti”.
La star di Carol ed Elizabeth è stata anche un’importante sostenitrice dei movimenti Time’s Up e 50/50 per la parità di genere e contro le molestie sessuali nell’industria cinematografica.
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