A tutto schermo –
Polite Society.
Operazione matrimonio
30 Giugno 2023
Dal 15 giugno è nelle sale il lungometraggio d’esordio dell’anglo-pakistana Nida Manzoor, presentato lo scorso anno al Sundance Film Festival, Polite Society- Operazione matrimonio.
La regista viene dal mondo della serialità e il suo We Are Lady Parts, su una band femminile punk musulmana, è stato pluripremiato.
E’ una storia d’amore surreale, raccontata dal punto di vista di un adolescente anglo-pakistana come la regista.
La trama è incentrata sulle sorelle Khan, la fantasiosa Ria (Priya Kansara) e la sorella maggiore Lena (Ritu Arya). La prima vuole diventare una stuntwoman e si diletta a fare video per mostrare i suoi calci ai follower del suo canale Youtube. L’altra vuole diventare un’artista ma è un po’ depressa e lascia gli studi, una decisione che rende molto felici i suoi genitori, che sperano che segua un percorso più tradizionale. Quello che sperano per entrambe le loro figlie, in realtà sono un lavoro e soprattutto un buon matrimonio.
Ria vive in maniera simbiotica il rapporto con la sorella e quando Lena incontra Salim (Akshay Khanna), un ricco spasimante che le fa perdere la testa, ci vede subito qualcosa che non torna. Non appena i suoi sospetti vengono confermati, Ria non ha dubbi: tocca a lei salvare Lena e impedirne il matrimonio. Con l’aiuto di qualche amica e del kung fu, in un concentrato di energia e di celebrazione dell’amore tra sorelle.
Fra Bollywood, wuxia e Matrix, Manzoor ci racconta di una ragazza con un sogno e la volontà di riuscire a realizzarlo, nonostante le convenzioni della propria cultura. Kansara ne è l’ottima interprete.
Nida Manzoor sfrutta consapevolmente alcuni capisaldi della cultura indiana: vestiti, usi, matrimoni combinati per inscenare un intreccio fiabesco che induce però una riflessione circa le aspettative riposte sui figli di famiglie radicate in una cultura con regole specifiche. Ria si oppone a questo sistema ed è l’unica che, sfidando un’idea preimpostata di femminilità, tenterà di aprire gli occhi alla sorella per farle capire quanto obsoleti e lontani dalla quotidianità siano determinati concetti.
In Pakistan, l’età minima di una ragazza per contrarre matrimonio è di 16 anni, e nelle zone rurali la compravendita delle spose è ancora esistente. Una ricerca del Demographic and Health Survey relativa al biennio 2017-2018 osservava che solo il 19% delle donne sposate aveva un lavoro, e che solo il 3% (contro il 72% degli uomini) possedeva una casa di sua proprietà. In un campione di maschi fra i 15 e i 49 anni, il 41% sosteneva che in varie circostanze fosse giustificabile picchiare la moglie a scopo punitivo. Nel medesimo spettro di età, il 28% delle donne aveva subìto violenza fisica fin dai 15 anni, e il 6% aveva subìto violenza sessuale. Il 34% delle donne sposate, inoltre, aveva esperienze di violenza fisica, sessuale o emotiva all’interno del matrimonio.
La regista ha dichiarato: “Ci si aspetta da una donna, soprattutto nella cultura da cui provengo, che viva confortevolmente vestita con una camicia di forza tessuta con comportamenti appropriati, l’essere una brava ragazza, non far arrabbiare nessuno, parlare correttamente, sposarsi e mettere su famiglia. Ma io non mi sono mai sentita così, è la ragione per cui ho voluto mettere in questo film tutto quello che potevo, un esperimento selvaggio con al centro un’adolescente sud asiatica.”
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