Sesso. Cinema. Potere.
Guardando Brainwashed a Milano
28 Gennaio 2024
Mercoledì 17 Gennaio WIFTMI in collaborazione con NABA e I Wonder Pictures | IWONDERFULL hanno presentato a Milano il film Sesso, cinema e potere – Brainwashed, video-essay diretto da Nina Menkes sullo sguardo maschile e la distorsione della rappresentazione della donna nella storia del cinema.
Attraverso l’esame di oltre 170 film, la regista crea una stretta relazione tra il linguaggio audiovisivo caratterizzato dall’estetica maschile, il gender gap nell’industria cinematografica e gli abusi che sempre più donne hanno subito e denunciato negli ultimi anni.
La regista si pone anche importanti interrogativi sul ruolo dello spettatore e sulla sua effettiva capacità di lettura e interpretazione dei codici linguistici e di costruzione dell’immagine presenti in tanti film di Hollywood – e non solo – che portano alla rappresentazione di donne oggettificate, felicemente passive e soggiogate al potere dell’uomo.
Non a caso il titolo del film (Brainwashed) fa esplicito riferimento al lavaggio dei cervelli e la sua struttura è quella della lectio magistralis accademica in cui vengono forniti strumenti di decodifica e di interpretazione per un’audience critica, attiva e oppositiva.
Il valore del lavoro della Menkes – che si sia in linea o meno con le sue argomentazioni – è senza dubbio quello di aprire alla discussione e al dibattito, che alla NABA, terminata la proiezione, è stato particolarmente acceso e ricco di spunti.
Dopo il benvenuto e l’introduzione a cura di Vincenzo Cuccia (Media Design and New Technologies e Set Design Area Leader) e Daniela Di Maio (Consigliera di WIFTMI), Maresa Lippolis (Docente dell’Area Media Design and New Technologies di NABA) ha moderato il panel a cui hanno partecipato Cinzia Masotina (sceneggiatrice, story editor e docente), Adele Dell’Erario (Innovation Manager dell’associazione dei documentaristi italiani – Doc/it) e Marianna Schivardi (regista e docente NABA) .
Molti i temi del film presi a spunto negli interventi delle relatrici e valutati alla luce della realtà italiana.
Photo credit: NABA
Daniela Di Maio per WIFTM Italia ha aperto la conversazione con la fotografia dell’occupazione nell’industria dell’audiovisivo in Italia, che anche nel 2023 rimane a netta direzione e predominio maschile.
Non solo le donne continuano ad avere maggiori difficoltà di accesso ai ruoli apicali (come regia e sceneggiatura), ma sperimentano anche percorsi di carriera e livelli retributivi meno favorevoli rispetto ai colleghi uomini.
L’obiettivo della parità, nonostante i dati siano in leggero miglioramento rispetto agli anni precedenti, è ancora decisamente lontano. I recenti e dirompenti risultati al botteghino di Barbie di Greta Gerwig e C’è ancora domani di Paola Cortellesi dimostrano l’esistenza di un marcato desiderio di prodotti con sguardi nuovi, diversi e femminili. La sensazione e l’augurio sono che questi due film possano spianare la strada a un numero crescente di registe e incoraggiare la produzione di titoli a più alto budget a direzione femminile.
Nel frattempo, è importante continuare a monitorare e divulgare i dati, in modo che le istituzioni e il settore possano agire e pianificare politiche efficaci contro le disparità.
Maresa Lepolis ha poi portato l’attenzione sulla tematizzazione dello sguardo nel genere documentario, mettendolo in relazione con l’alta presenza di registe e produttrici: le donne sanno guardare, ma sanno anche cosa significa essere oggetto dello sguardo altrui.
Per Adele Dell’Erario il documentario, in quanto strumento di lettura della realtà, è un veicolo culturale e di informazione, che diventa strumento di emancipazione e luogo di ricerca e di espressione dello sguardo femminile. Molte sono le registe e le produttrici che si dedicano a questo genere. Ma se, da un lato, i numeri mostrano il successo delle donne, dall’altro dovrebbe risuonare il campanello d’allarme. Le donne vi accedono perché i budget di produzione sono più bassi rispetto a quelli necessari per altri generi e difficilmente alle donne vengono affidati progetti più costosi.
Per Cinzia Masotina è fondamentale portare l’attenzione sui numeri e favorire la creatività femminile – in particolare nella scrittura- per esprimere e dare spazio a punti di vista e sguardi autenticamente femminili. E questo in tutti i generi, non solo nel documentario; c’è, infatti, esigenza di palingenesi dei generi e di riformulazione del linguaggio per rimodellare e rinnovare, andando oltre binari che oggi spesso guidano alcune autrici a riprodurre modelli maschili. In questo, il ruolo del legislatore è determinante nel prevedere incentivi e criteri volti a premiare produzioni rispondenti a requisiti effettivi di gender balance.
Marianna Schivardi ha raccontato la sua esperienza di regista e le difficoltà incontrate nel proporre il suo sguardo femminile. Anche nei prodotti pop e mainstream, come i videoclip musicali, per lei è stato complesso riuscire ad innovare il punto di vista e superare le differenze di genere.
Il dibattito con gli studenti è stato molto partecipato e ha sollevato alcuni spunti interessanti.
In molti hanno sottolineato come il cinema sia stato per loro un mezzo di avvicinamento alla sessualità tanto da suggerirci di valutare se incontri come questo possano essere portati nelle scuole come momenti di educazione all’affettività e alla sessualità.
È emerso poi un forte scarto culturale (e generazionale) nel concepire l’emancipazione femminile e il modo in cui autrici e produttrici si riappropriano dello sguardo sul proprio corpo che merita approfondimenti e ulteriori incontri.
Il documentario Sesso, cinema e potere – Brainwashed è disponibile on demand sulla piattaforma IWONDERFULL.
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