A tutto schermo –
Scene da un matrimonio

29 Settembre 2021

Scene da un matrimonio è una miniserie in 5 episodi di Hagai Levi, creata per HBO Max  e in streaming dal 20 settembre su Sky e Now, che si confronta con l’omonimo capolavoro televisivo e cinematografico di Ingmar Bergman, dando una nuova lettura all’amara e disincantata riflessione sulla coppia creata dal maestro svedese nel 1973.

 

Nei panni dei due protagonisti, Jonathan e Mira, Oscar Isaac (A proposito di Davis, Dune) e Jessica Chastain (Molly’s Game, Zero Dark Thirty, Interstellar), anche produttori esecutivi, diretti da Hagai Levi (In Treatment, Our Boys, The Affair) showrunner della serie.

 

La vivisezione di una storia di amore, il brutale mutamento dei sentimenti che tramuta la persona che si ha accanto in un perfetto sconosciuto; la serie riprende i temi trattati da Bergman quarantotto anni fa e li porta nella contemporaneità, all’interno di una classica coppia della classe media americana.

 

Una coppia reale, al passo con i tempi, non più la donna fragile, angelo del focolare, che viene mollata con i figli a casa dal marito che per la mentalità sessista può farlo perché basta la madre a badare e ad amare la prole, ma marito e moglie alla pari.

 

Jessica Chastain e Oscar Isaac ereditano i ruoli che furono di Liv Ullmann ed Erland Josephson, riveduti e aggiornati al mondo di oggi, in cui i rapporti di forza all’interno della coppia sono ben più paritari rispetto a quelli di 50 anni fa. È quindi la moglie Mira a contribuire in maniera più determinante al bilancio familiare, grazie al suo ruolo di altissimo profilo in una prestigiosa azienda, mentre al marito Jonathan, impegnato in un lavoro più saltuario e prevalentemente casalingo, è affidato gran parte del carico delle faccende di casa, inclusa la cura dell’unica figlia della coppia.

 

Mira scopre di volere di più anche nella vita privata, più di Jonathan, marito premuroso che si prende cura della figlioletta Ava, accettando di buon grado il ruolo che la società di solito impone solo alla donna.

 

Tra i due la passione si è spenta ed è Mira, ribaltando il classico di Bergman, a rompere il quieto vivere, a sganciare la bomba, a lasciare marito e figlia scappando via come una ladra, pensando cinicamente solo alla propria felicità pur tra mille dubbi, riprendendo in mano la propria esistenza che ormai le sembrava stantia e banale.

 

La serie si apre con una seduta psicoanalitica di coppia in cui, non a caso, viene chiesto a Mira quale sia il pronome con cui preferisce che ci si rivolga a lei, chiaro simbolo di un forte aggancio con la sensibilità contemporanea in tema di identità di genere.

 

Mira e Jonathan sono di fronte all’arrivo inaspettato di un secondo figlio. È in questo frangente che le strade dei due iniziano a separarsi: questa gravidanza, estremamente gradita da Jonathan e non voluta da Mira, scava un definitivo solco fra i due.

 

L’intento del creatore della serie non è per niente buonista o accondiscendente con quello che forse la maggior parte del pubblico vorrebbe e schiva il pericolo di essere uno sterile remake.

 

Ci si può chiedere se era necessario il remake di un capolavoro. La risposta è la volontà di aggiornare un racconto a un’epoca contemporanea senza tradire le motivazioni dell’opera originale e in questo l’operazione è senza dubbio riuscita.

 

Bergman viene omaggiato con qualche esplicita citazione e la serie ci lascia con la speranza che in quest’epoca sempre più priva di certezze e punti di riferimento, la stabilità, in amore e nella vita, possa essere trovata attraverso l’equilibrio fra le tante instabilità con cui dobbiamo quotidianamente confrontarci.

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