Perchè popolare un’isola
27 Febbraio 2021
A fine gennaio è nata Lynn, l’isola tutta da abitare.
Lynn è la divisione che, all’interno di Groenlandia, la società di produzione indipendente fondata da Matteo Rovere e Sydney Sibilia, si pone come obiettivo quello di affidare i propri progetti solo a registe. Non una divisione dedicata a prodotti a target femminile o di nicchia, ma una proposta dichiaratamente volta a far crescere il numero delle registe e a rafforzare la pluralità degli sguardi nell’industria audiovisiva italiana attraverso la selezione, produzione e distribuzione di contenuti commercialmente validi.
Lynn è l’unica realtà produttiva di questo genere in Italia e il suo arrivo è stato accolto da numerosi benvenuti e da contenuto scetticismo, come è tradizione patria quando si mettono nello stesso concetto una donna, una professione a caso, la competenza, il profitto. Sono affiorati binomi stantii come ‘quote rosa’ e ‘riserva indiana’. Ma si sono anche risvegliati spiriti e attese. Si saranno ritirati fuori copioni e soggetti troppo ambiziosi o troppo poco femminili per un’autrice. Molti telefoni in Lynn staranno ancora squillando.
E tuttavia.
E tuttavia, tutto qui?
Nei soliti States il Variety di turno avrebbe tirato fuori statistiche, ricerche, le esperte, gli esperti, contato tutte le registe operative dal 1921 al 2021, prodotto grafici e magari era già lì a fare un panel online con le protagoniste di questa impresa e a bacchettare tutti per non averci pensato prima a questa proposition.
I soliti esagerati, che stanno lì a contare ogni minority e a supportare diversità e inclusione solo perchè è di moda e non perchè finalmente ha un ritorno economico.
Probabilmente avrebbero messo in fila tutti i film che stanno mietendo premi, plauso e deals, da Nomadland di Chloé Zhao a One Night in Miami di Regina King, da Promising Young Woman di Emerald Fennel a CODA di Sian Heder, da Passing di Rebecca Hall a First Cow di Kelly Reichardt.
Avrebbero fatto notare gli incassi e le views del secondo Wonder Woman di Patty Jenkins.
Lo avrebbero fatto di certo, se una assoluta novità produttiva fosse apparsa sul mercato. Invece sono lì a dover dare tutte quelle notizie, praticamente ogni giorno, di progetti e realtà produttive che vedono finalmente protagonisti davanti e dietro lo schermo persone che non sono un uomo bianco eterosessuale di mezza età e le sue fantasie egoriferite.
C’è dell’opportunismo? Ottimo! Perché è proprio il guadagno quello che continuerà a tenere aperte le porte a tutte le storie e voci che verranno. Il guadagno del pubblico è poi doppio, da una parte vedendo moltiplicate le opportunità per vedersi agire e non agito sullo schermo e dall’altra evitandosi dosi e dosi di stereotipi come minimo colonialpatriarcali.
Quindi, a chi si chiede se c’era bisogno di un’intera isola da abitare, è evidente che la risposta è sì. Più opportunità sono opportunità che non c’erano prima.
E a chi ancora chiede perché la regista o la fonica o la macchinista non si fanno la loro strada da sole, come i loro colleghi, suggeriamo semplicemente di togliersi quei paraocchi che mostrano la strada libera, quando invece si tratta solo di una corsia riservata in un’autostrada piena di buche e dalla segnaletica tarocca.
A Lynn auguriamo quindi un drastico aumento della popolazione e tutti i mezzi per sostenerla.
Un avviso però, tenete pronto il caffè ecosolidale top di gamma per quando passiamo a trovarvi. Abbiamo molte cose da raccontarci.
Buon lavoro a Fabia Fleri e Eleonora Marangon, Alessia Polli e Fabrizio Cristallo!
Lynn Ø è un’isola disabitata della Groenlandia.
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