Madam President
eletta a furor di sceneggiatura
31 Gennaio 2021
“Brown girls no longer just dreaming” ha esultato Shonda Rhimes seguendo la diretta dell’insediamento Biden-Harris.
Se tutte le ragazze hanno dovuto attendere il 2021 per veder finalmente diventare realtà i sogni che le vedono protagoniste e non solo comprimarie alla Casa Bianca, vice-presidenti e presidenti donne le incontriamo da tempo nella dimensione alternativa del piccolo e grande schermo made in USA, dove svolgono i loro mandati con risultati diversi, dall’egregio al criminale, dal tragico al comico, contribuendo a normalizzare l’immagine di una donna al comando di una nazione.
Anche in quella dimensione alternativa c’è però ancora molto da lavorare con l’immaginazione, se spesso le presidenti arrivano al loro incarico non per elezione diretta, quanto per vicissitudini del POTUS precedente. Che suona un po’ come un “Ops, non vi volevamo, però brave, eh, a sistemare i casini altrui”.
Mentre diamo un tocco elegante a un cornino rosso fuoco, non possiamo non notare che le vice-presidenti Selina Meyer (Julia Louis-Dreyfus, “Veep – Vicepresidente incompetente”), Mackenzie Allen (Geena Davis, “Una donna alla Casa Bianca”), Claire Underwood (Robin Wright, “House of Cards – Gli intrighi del potere”), Caroline Reynolds (Patricia Wettig, “Prison Break”) e Claire Haas (Marcia Cross, “Quantico”) hanno dovuto sostituire presidenti defunti o dimissionari per potersi sedere nello Studio Ovale.
Nonostante tutto, un grande miglioramento rispetto alla prima presidente cinematografica, Leslie McCloud (Polly Bergen, “Ho sposato 40 milioni di donne”), che scopertasi incinta si dimette per occuparsi del First Mister in crisi e dei figli allo sbando. Era il 1964 e la maggioranza dell’umanità non aveva dubbi che il problema dell’equilibrio famiglia-lavoro fosse questione per donne.
Le presidenti elette sono oggi già un buon drappello sullo schermo e ci piace qui ricordare la prima presidente di colore, Constance Payton ovvero Alfre Woodard in “State of Affairs”. Era il 2014 e la protagonista della serie era la inevitabilmente bionda Charleston “Charlie” Tucker aka Katherine Heigl, ma che gioia già allora vedere Ms. Woodard in un ruolo che era un tributo al suo carisma di donna e attrice.
E in Italia, come andiamo con l’immaginazione?
Qui da noi paradossalmente la realtà è per ora ancora più avanti dell’immaginazione, perché se nella realtà mancano ancora la prima Presidente della Repubblica e la prima Presidente del Consiglio, possiamo contare su tre Presidenti della Camera (Nilde Iotti, Irene Pivetti, Laura Boldrini), una Presidente del Senato (Maria Elisabetta Alberti Casellati) e una Presidente della Corte Costituzionale (Marta Cartabia). Lato immaginazione invece non si trovano ancora donne al comando del Paese. Speriamo di sbagliarci e di essere corrette prontamente dalle lettrici e i lettori, ma mancano all’appello sia le caimane che le partigiane. E, cosa ancor più grave, non riusciamo a stupircene davvero.
Se proviamo a cercare ristoro sul fronte biografie, togliendo Iotti che conta solo dal 2019 sul docu-drama “Storia di Nilde” e Boldrini il cui carnet di insulti sessisti basterebbe ad una docu-serie di denuncia, potrebbe essere comprensibile che gli incarichi di Cartabia e Alberti Casellati siano troppo recenti per fornire materiali creativi. Pivetti negli States avrebbe la fila alla porta di writers interessati alle sue mille incarnazioni, ma qui sembra piacere esclusivamente il tormento dell’uomo solo al comando e la sua retorica di ascesa-caduta-oblio-memoria.
Le ‘politiche’ forse non ci appassionano, perché le associamo alla parola ‘tribune’ e allo sbadiglio? O magari è una questione più ampia di gusto e di generi, di quelle da simposio universitario e sbadigli?
Per farla breve, noi ci prepariamo un caffè e lanciamo un appello:
Donna Presidente d’Italia cercasi per film o serieTV!
Raccomandazioni: usare l’immaginazione!
Una brava, però, che siamo ancora troppo indietro con i role models per permettercene una sciagurata.
Nel 1924 hanno dovuto sterminare gli uomini per eleggere una donna alla presidenza degli Stati Uniti in
“The Last Man on Earth”, nel 2021 in Italia possiamo fare di meglio.
Provocazione lanciata!
See It, Be It © Geena Davis
Per il gusto di saperlo:
Presidenti elette: Allison Taylor (Cherry Jones, “24”), Charlie Roan (Elizabeth Mitchell, “La notte del giudizio – Election Year”), Charlotte Field (Charlize Theron, “Non succede, ma se succede…”), Diane Steen (Christina Applegate, “Mafia!”), Elizabeth Keane (Elizabeth Marvel, “Homeland”), Elizabeth Lanford (Sela Ward, “Independence Day – Rigenerazione”), Elizabeth McCord (Tea Leoni, “Madam Secretary”), Julia Mansfield (Patty Duke, “Hail to the Chief”), Laura Montez (Andrea Savage, “Veep – Vicepresidente incompetente”), Olivia Marsdin (Lynda Carter, “Supergirl”).
Presidenti rimpiazzo: Caroline Reynolds (Patricia Wettig, “Prison Break”), Claire Haas (Marcia Cross, “Quantico”), Claire Underwood (Robin Wright, “House of Cards – Gli intrighi del potere”), Mackenzie Allen (Geena Davis, “Una donna alla Casa Bianca”), Melody Margaret Grant (Bellamy Young, “Scandal”), Selina Meyer (Julia Louis-Dreyfus, “Veep – Vicepresidente incompetente”), Taffy Dale (Natalie Portman, “Mars Attacks!”).
Presidenti supplenti: Elizabeth McCord (Tea Leoni, “Madam Secretary”), Natalie Maccabee (Sharon Stone, “Agent X”), Sally Langston (Kate Burton, “Scandal”).
Presidenti afroamericane: Amanda Waller (Penny Johnson Jerald, “Justice League: Gods and Monsters”), Constance Payton (Alfre Woodard, “State of Affairs”), Kemi Talbot (Toks Olagundoye, “Veep – Vicepresidente incompetente”).
Presidenti latinoamericane: Elena Cañero-Reed (Tess Romero / Gina Rodriguez, “Elena, diventerò presidente”)
Presidenti animate: Betty Boop, Olive Oyl, Lisa Simpson.
Per scoprire chi abbiamo dimenticato:
https://en.wikipedia.org/wiki/Female_president_of_the_United_States_in_popular_culture
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