Buon Natale a…
tutte, tutti, tuttə noi
– di Susanna Laudi
23 Dicembre 2021
A dicembre lasciamo da parte le polemiche e le provocazioni a cui cerchiamo di rispondere sempre tutto l’anno in maniera intelligente, inclusiva, cercando di non ferire i sentimenti di nessuno e ci godiamo, se possibile, un po’ di serenità.
Come diceva Fellini e come ci ricorda Paolo Sorrentino nel suo ultimo, bellissimo film: E’ stata la mano di Dio, il cinema ci racconta un sogno perché la realtà è scadente. Quale migliore periodo dell’anno, se non questo dove vengono presentate le migliori offerte cinematografiche e televisive, ci può offrire il piacere di abbandonarci ai sogni?
Da sempre si rappresenta il Natale sullo schermo, tanto da creare delle vere e proprie tradizioni, familiari o personali, legate alla visione di film che ci tengono compagnia durante questa ricorrenza. Storie in cui poter ritrovare atmosfere, ricordi, esperienze e in cui potersi ritrovare. Non tutte le persone si ritrovano però allo stesso modo nella rappresentazione tradizionale dell’affettività proposta dai film natalizi classici e infatti si sta tentando da tempo (ma non da moltissimo) di ampliare sia la narrazione che lo stesso casting.
Emancipate/i, indipendenti, finanziariamente autonome/i: possiamo sentirci slegate/i dalla famiglia per il resto dell’anno, ma a Natale tutto cambia. L’idea delle festività implica un ritorno a casa forzato, e con esso, il fardello delle cene e dei pranzi interminabili, delle riunioni con parenti non sempre in sintonia, dell’aggiornamento automatico sul nostro stato sentimentale. Ci siamo passati tutte/i per l’invasività, molto spesso bonaria, dell’intero consesso familiare nei confronti del povero o della povera single finiti in un riunione familiare alla Bridget Jones (titolo sempre e comunque valido, da vedere e rivedere in tutte le sue versioni 🙂 ). Non a caso il cinema ha proposto un’infinità di commedie romantiche e non sulla solitudine sentimentale e sul ripiego illusorio del finto partner per far felice mamma e papà, nonni e nonne.
Vediamo cosa c’è di nuovo su questo fronte: iniziamo dalla serie francese Christmas Flow – Gli Opposti Si Innamorano, attualmente su Netflix.
Gli “opposti” di cui parla il titolo, sono i due protagonisti della storia. Lila (Shirine Boutella) è una convinta femminista che gestisce una testata giornalistica su internet. Un blog chiamato simbolicamente Simone in nome di Simone de Beauvoir, insieme alle sue due migliori amiche e coinquiline. Marcus, il cantante Tayc, è un affermato rapper all’apice del suo successo che, a causa della sua celebrità, non può permettersi passi falsi. Ma, all’inizio della prima puntata, una cosa la sbaglia: alcuni suoi testi, in più punti, sono al limite della misoginia.
Cosa può succedere tra un rapper con una causa legale pendente per istigazione alla violenza sulle donne e una femminista? Solo guai. Lila nemmeno conosce il viso di Marcus che già comincia ad odiarlo per una frase offensiva nel suo nuovo brano.
Marcus, invece, ha altro a cui pensare: si accorge a malapena che un semplice blog denunci le sue parole fuori luogo. E quando Lila e Marcus si incontrano in un centro commerciale, intenti a fare i regali di Natale, lei non lo riconosce. Appena realizza, si scatena il putiferio.
Gli elementi fondamentali di Christmas Flow sono quindi due personalità diversissime, che operano in contesti sociali opposti, e la festa di Natale. Perciò un momento in cui, di base, si dovrebbe essere “tutti più buoni”. I due imparano a conoscersi e a conoscere l’uno la vita dell’altro, e, a un certo punto, si scopre che di cose in comune, alla fine, ce ne sono, nonostante la diversità.
La colonna sonora non prevede le canzoni sdolcinate tipiche del Natale, ma testi rap di livello per niente banali, tranne quelli che insultano le donne, che descrivono bene da dove Marcus è partito. È interessante quanto Parigi, città che, nel pensiero comune, viene definita come la capitale della moda e dei sentimenti, possa trasformarsi nell’ambientazione giusta per le lotte sociali dove nasce l’arte del rap, per antonomasia il genere musicale che rappresenta le voci dei bassifondi. Marcus, ormai abituato ai gala e agli stadi, volgerà di nuovo lo sguardo al centro giovanile dove ha imparato la musica esprimendo per la prima volta sé stesso come rapper e Lila si ritroverà a fare i conti con i suoi ideali: bisogna rimanere integri o, per sopravvivere, va bene vendersi a qualcuno che punta solo al guadagno? Tutta la trama gira intorno a questo quesito, ben nascosto dall’ironia tipica francese e, ovviamente, dai pranzi e dalle cene natalizie. Questo vale soprattutto per i due protagonisti, che incontrandosi e scontrandosi si ritrovano, per forza di cose, a litigare sui loro princìpi.
I creatori di Christmas Flow – Gli opposti si innamorano hanno saputo realizzare un’opera che va oltre il testo vero e proprio e arriva a trasmettere una potente lezione di coraggio. Due giovani inseguono i propri sogni e si scontrano con i pregiudizi e il disprezzo di chi li vorrebbe conformi alle aspettative degli altri. “Per te è normale che ci facciano credere che per essere felici bisogna essere una coppia?”, domanda Lila davanti a un cartellone pubblicitario. “Ognuno ha un’immagine precostituita di me… mi fa venire i brividi”, spiega invece Marcus. La mamma e la sorella di Lila avrebbero voluto che lei fosse fidanzata o sposata, mentre il padre di Marcus avrebbe preferito che suo figlio diventasse un dentista, piuttosto che un rapper. Ma Lila sa bene che per perseguire le proprie passioni ci vuole coraggio. Ancor di più in amore, che ci cambia e che prima o poi ci chiama alla scelta di accontentarsi o di rischiare.
Un film di fine 2020 da riscoprire è The Christmas House, che racconta di una coppia gay in attesa di adottare il suo primo figlio, con protagonista l’attore gay Jonathan Bennett. Il film è andato in onda su Hallmark Channel, rete televisiva statunitense tradizionale e conservatrice che lo scorso anno è stata al centro di critiche a seguito della rimozione di uno spot pubblicitario che mostrava il matrimonio tra due donne. Dopo il reintegro dello spot, Hallmark ha promesso di lavorare con GLAAD, organizzazione finalizzata al promuovere e garantire un’accurata rappresentazione delle persone LGBTQ+, ad un piano per offrire una programmazione più inclusiva e per rappresentare al meglio la comunità LGBTQ+.
Su Amazon Prime possiamo ritrovare anche questo titolo di fine 2020: The Christmas Setup, una produzione interamente queer, dalla sceneggiatura alla coppia di protagonisti, Ben Lewis e Blake Lee, coniugi nella vita reale, che portano la realtà sullo schermo interpretando i protagonisti di questa commedia natalizia. Ben Lewis interpreta Hugo, un avvocato newyorkese in viaggio verso il Milwaukee per passare le vacanze natalizie nella sua città natale dove la madre Kate gli farà incontrare Patrick, interpretato da Blake Lee, suo vecchio compagno di liceo.
Ci sono momenti nella vita di una persona che possono fare davvero paura ed il coming out è sicuramente uno di questi. Poco importa se intorno a te brillano centinaia di lucine colorate e tutti sorridono perché è Natale, oppure che al tuo fianco ci sia una persona che ti ama follemente: tutto passa in secondo piano quando decidi di dire al mondo chi sei davvero.
Lo sa bene Harper, co-protagonista di Non ti presento i miei (Happiest Season), il film scritto e diretto da Clea DuVall nel 2020, di ritorno su Sky Cinema, dopo la premiere dello scorso anno.
Harper (Mackenzie Davis) porta avanti la sua esistenza lontana dalla propria famiglia insieme alla sua fidanzata Abby (Kristen Stewart). Contrariamente a quanto detto ad Abby, Harper non ha mai fatto coming out con la sua famiglia e sarà proprio questo dettaglio non da poco a mettere la sua compagna in una lunga serie di situazioni imbarazzanti nelle vacanze natalizie a casa dei genitori di Harper.
Questo film è considerato la prima commedia natalizia incentrata su una coppia omosessuale: se a cambiare è l’orientamento sessuale delle protagoniste, il resto del film segue i canoni di quei titoli perfetti da guardare e riguardare durante le festività, per tuffarsi a capofitto nel cuore del clima festivo.
Un’opera rivoluzionaria per certi versi che alterna la leggerezza tipica della commedia al dramma che chiunque può sperimentare in una società che sembra chiederci di apparire costantemente conformi per essere perfetti.
Un film che ha dato e darà la possibilità a molti membri della comunità LGBTQ+ di guardarlo in famiglia e affrontare temi che per molti rappresentano, purtroppo, ancora un tabù.
Speriamo quindi di riconciliarci prima di tutto con noi stessi, ancor prima che con le nostre famiglie. E se proprio non ci riusciamo, il cinema, le serie TV e l’arte in generale riusciranno senza ombra di dubbio a farci sognare e a farci trascorrere delle feste meravigliose.
Questo il nostro augurio!!!
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