Dove sono le professioniste?
– di Domizia De Rosa
23 Dicembre 2021
Dove sono le professioniste dell’audiovisivo e soprattutto a che punto sono delle loro carriere? La loro retribuzione è giusta? Come bilanciano gli impegni familiari e professionali? Che cosa sta cambiando a causa o malgrado la pandemia?
Ciascuna domanda richiede ricerca ovvero tempo e programmazione. Ciascuna ricerca richiede investimenti e obiettivi chiari. Una singola ricerca è nel caso migliore una panoramica, nel caso peggiore un frammento dello scenario nel quale ci muoviamo e che abbiamo necessità di interpretare e condizionare positivamente per vedere un cambiamento in anni e non in decenni.
Si è sentita fortemente nella nostra industria la mancanza di un polo di ricerca autorevole e super partes, con obiettivi a lungo termine, ampiezza di visione e di ambizioni, nonché spirito internazionale. A novembre è nato e si è insediato l’Osservatorio per la Parità di Genere istituito dal Ministero della Cultura. Mentre auguriamo all’Osservatorio buonissimo e approfondito lavoro, sappiamo già che non ne vedremo i frutti nell’immediato e che quindi dovremo guardare in più direzioni e oltre confine per capire con quale velocità il divario di genere nell’audiovisivo si stia richiudendo o anche riaprendo. Quando si tratta di parità di genere, nulla è garantito, come abbiamo (ri)scoperto durante il lockdown o guardando i rivolgimenti internazionali.
Veloce flashback – La prima ricerca europea a fare luce sull’assenza delle professioniste è stata Where Are The Women Directors ? Report on gender equality for directors in the European film industry 2006-2013 condotta da EWA (LINK) e la prima ricerca italiana, che per ampiezza di ricerca e specificità resta ancora la più importante, è stata Gap&Ciak I divari di genere nel lavoro e nell’industria audiovisiva del progetto Dea – Donne e Audiovisivo. Fra le ancora valide raccomandazioni della ricerca, alle quali abbiamo partecipato, non a caso quella di un osservatorio (Ricerca 2016; Ricerca 2019 al momento non disponibile sul sito ufficiale).
Il 16 dicembre scorso il filo della ricerca europea è stato ripreso nel seminario Women in EU Cinema: Where Do We Stand Exactly? svoltosi all’interno di Les Arcs International Film Festival. Patrizia Simone dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo ha presentato la nuovissima ricerca Female Professionals in European Film Production (LINK), un necessario pendant per la ricerca di questa estate Female Audiovisual Professionals in European TV Fiction Production (LINK). In entrambe le ricerche i numeri restano deludenti e i pattern invariati.
Fonte: Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo / European Audiovisual Observatory
Le ricerche non offrono il dato puntuale dei singoli paesi, ma studiando le classifiche si ha la conferma che il nostro non sia all’avanguardia.
Fonte: Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo / European Audiovisual Observatory
Alla presentazione quantitativa di Simone, è seguita quella qualitativa di Fabienne Silvestre e Guillaume Calop di Lab – Femmes de Cinéma (Summary) in tema di best practice. In questo caso i dati sono sia aggregati che disaggregati e per l’Italia possiamo ad esempio leggere:
“% of films by female directors: 12.70% (average 2016- 2020)”
“A law to favour women filmmakers… with no effects so far”
“Statistics to monitor non-evolution”.
Dopo gli interventi di Iris Zappe-Heller (Austrian Film Institute) e Sandrine Brauer (Collectif 50/50), l’evento si è concluso con le parole di Jenni Koski (EWA) che sottoscriviamo a pieno:
“Stop asking, start stating. Gender equality does not just happen”.
Basta chiedere dove sono le professioniste, è un dato di fatto che non ci sono quante e dove ce ne dovrebbero essere. Le soluzioni le conosciamo. E’ la volontà che deve essere adamantina e comune.
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Cambiare la cultura
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Promuovere misure positive
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Monitorare il progresso
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Ricominciare.
Per rivedere l’evento Women in EU Cinema: Where Do We Stand Exactly?: LINK
Ricerca completa Lab – Femmes de Cinéma: LINK
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