La donna del mese –
Jamie Lee Curtis
– di Claudia Catalli
28 Marzo 2023
Nell’era dei mostri solo le donne possono fare la differenza.
La regina dell’urlo ha vinto: Jamie Lee Curtis, figlia d’arte e di brivido di Tony Curtis e di Janet Leigh (la bionda di Psycho di Hitchcock, per intenderci), ha conquistato un Oscar per la sua performance in Everything Everywhere All at Once e ci ha deliziati con gustosissimi scatti, irriverenti come lei, con tanto di statuetta sui suoi social .
Mi piace condividere con voi un estratto dell’intervista che le ho fatto qualche tempo fa per il magazine Grazia:
Scream queen, regina dell’urlo: dopo quarant’anni si è stancata di questa definizione?
Come potrei? Significa che ho raggiunto, dagli anni 80 ad oggi, un livello di apprezzamento importante. Non mi sveglio la mattina e di fronte allo specchio dico : «Ehi Regina, come sei bella oggi». Però so che nel mondo dell’intrattenimento mi sono affermata come tale e sono felice di essere ancora qui a parlarne.
Con un certo orgoglio, anche.
Sicuro! Ho fatto parte di una saga cinematografica come Halloween che da un punto di vista non solo creativo, ma sociopolitico, è riuscita a raccontare talmente bene la nostra società che ha predetto il futuro. Se guardo indietro al primo capitolo della saga mi chiedo come abbia fatti a raccontare così bene la nostra società, a predire l’ascesa della rabbia delle donne, decise a voler riprendere in mano il loro potere senza più accettare di subire nulla in silenzio? La mia Laurie, in fondo, è stata la pioniera del Me Too.
A proposito della rabbia delle donne, nel film dice a sua nipote: “Puoi essere furiosa, ma attenzione, la rabbia crea dipendenza”. Ne è convinta?
Siamo diventati tutti mostri. La violenza è un virus che sta contagiando chiunque, è uno stato permanente. Viviamo in un momento di altissima tossicità ovunque nel mondo, anche i social media sono pieni di “haters”. Alla rabbia noi donne dobbiamo opporre curiosità e apertura mentale. Molte di noi possono aver fatto scelte pessime nella vita, io per prima, però attenzione, viviamo in tempi bui e dobbiamo imparare da capo a comunicare con gli altri. A cercare di essere il più possibile autentiche, in un’era in cui tutti sono finti: non dobbiamo cadere nella trappola della finzione, ma restare genuine, aperte e attente, perché ripeto sono tempi molto pericolosi.
Che cosa le ha permesso di fare la saga cinematografica di Halloween, soprattutto?
Di diventare io la “fucking boss”. Non lo ero prima, grazie a Laurie sono riuscita ad affermare una carriera e un personaggio inarrestabile che mi è difficile lasciare andare.
Quando ripensa al primo capitolo, nel 1978, che cosa prova?
Sono passati quarant’anni e tutto è cambiato. La bellezza di essere umani è che evolviamo, sperimentiamo, espandiamo le nostre idee, ci lecchiamo le ferite e andiamo avanti. C’è chi cade nell’abisso delle dipendenze e delle droghe, chi riesce ad andare avanti in altri modi. Provo grande tenerezza a riguardare quella ragazza giovane, timida e vulnerabile del primo Halloween, non sapeva quale incredibile guerriera sarebbe diventata.
Fuori dal set porta avanti le sue battaglie contro ritocchi chirurgici e cosmetici che rendano finti i nostri corpi e volti. Come vive il passare del tempo?
Non potrei essere più felice della donna che sono diventata: se mi guardo allo specchio, nuda o vestita, non mi sento affatto delusa. E’ vero, sono invecchiata davanti alla cinepresa e agli occhi di tutti. Ma è stato un grande privilegio rappresentare in tutta la mia carriera donne forti, che avessero gli attributi di perseveranza, coraggio, intelligenza, amore e anche quella tostaggine che serve nella vita.
Scriverà mai, come molte sue colleghe, un libro sulla sua vita?
Detesto le armi di massa della promozione. So che sono stati scritti meravigliosi memoir, come Out of the corner della mia amica Jennifer Grey (la Baby di Dirty Dancing, ndr). Ma ho avuto l’attenzione su di me per la maggior parte della mia vita e sento di dover tenere alcune cose private. Non mi entusiasma l’idea di scrivere un libro in cui tradisco i segreti, i pensieri o i momenti privati passati con amici, amanti o familiari. Quindi non lo farò.
Claudia Catalli è una scrittrice e una giornalista che non potrebbe mai vivere senza il cinema (ma anche i libri, le mostre, i concerti e così via). Collabora con numerose testate nazionali e finora ha scritto un libro (Metamorfosi), ideato una miniserie (Anna quella che non sei), realizzato format culturali per radio e tv (My Studio, CineCocktail) e creato un podcast (Back to the Cinema, su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts etc). Domani chissà. Il suo motto è: “Non scrivere né per te, né per gli altri, né per l’oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto”.
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