USA – Diversità e rappresentazione:
a che punto siamo

30 Gennaio 2023

Le ultime ricerche statunitensi sullo stato dell’inclusione nell’industria audiovisiva ci pongono di fronte ad una domanda dal sapore amarognolo: il 1923 era più inclusivo del 1993? forse anche del 2023?

 

Ovviamente inclusione e diversità nel 1923 non avevano il valore e il significato che hanno oggi, ma colpisce leggere nella ricerca Women They Talk About. Discovering America’s Female Film Pioneers condotta da AFI (American Film Institute) che durante i primi 100 anni della storia del cinema USA (1893-1993)  la presenza femminile sia stata maggiore durante il periodo del cinema muto.

 

Nell’ambito del progetto è stato creato un micro sito in AFI.com che contiene informazioni su 800 donne, raccolte grazie alla ricerca AFI e a quella condotta dalla Columbia University dal titolo Women Film Pioneers Project.

 

Il progetto AFI ha trovato informazioni su più di 6.000 film, identificando così centinaia di donne ignorate dalla storia del cinema le cui storie speriamo adesso non potranno più essere obliterate.

 

La ricerca ha permesso di stabilire che tra il 1910 e il 1930 il 10.9% dei ruoli identificati sono da attribuire a sceneggiatrici, registe e produttrici. La percentuale scende al 6,9% nel periodo tra il 1931 e il 1993, nonostante il numero delle persone impiegate nel cinema fossero cresciuti del 308%.

 

Le sceneggiatrici risultano il 27.5%, essendo Frances Marion l’autrice più prolifica, mentre il 19.6% dei film era basato su opere scritte da donne.

 

Non sorprende scoprire che anche in quel periodo i film diretti da donne erano spesso basati su lavori di sceneggiatrici.

 

I temi dei film vedono nella Top 3: matrimoni, omicidi, false identità mentre i generi predominanti erano il dramma, il melodramma e il/la dramedy.

 

 

 

 

Il lavoro di riscoperta e valorizzazione prosegue con il prossimo progetto, Behind the Veil, che investigherà il contributo delle donne e delle persone BIPOC durante il periodo del cinema muto e le prime fasi del sonoro. Non mancheranno le sorprese!

 

Le sorprese del 2022 sono state invece meno entusiasmanti: sia che USC Annenberg’s Inclusion Initiative che Celluloid Ceiling hanno rilevato la mancanza di  sostanziali progressi per i gruppi sottorappresentati.

 

USC Annenberg ha calcolato che per quanto riguarda la regia dei 100 film dal maggior incasso al botteghino solo il 9% è stato diretto da registe e solo il 2,7% da donne di colore. Nel 2021 la registe contavano per il  12,7%. Nel loro primo report che data al 2007 solo il 2,7% dei film di successo era stato diretto da registe.

 

Anche le percentuali di creativi BIPOC sono scese nel 2022 passando dal 27,3% al 20,7%.

 

Sotto la guida della Dr. Martha Lauzen, fondatrice e direttrice del Center for the Study of Women in Television and Film ala San Diego State University, il nuovo report di Celluloid Ceiling ha guardato non solo alla regia ma anche alla direzione della fotografia, il montaggio e la produzione.

Mettendo a confronto i dati del 1998 con quelli del 2022, le donne presenti nei ruoli di registe, sceneggiatrici, produttrici, produttrici esecutivi, montatrici e direttrici della fotografia sono passati dal 17% al 24% per quanto riguarda i 250 film statunitensi con i migliori incassi.

 

La ricerca ha inoltre confermato come in film diretti da registe la presenza femminile nei vari reparti tenda ad essere maggiore rispetto a quando a dirigere è un uomo:

 

Regia femminile vs Maschile

sceneggiatrici 53% vs 12%

montatrici 39% vs 19%

direttrici della fotografia 19% vs 4%

compositrici 18% vs 6%

 

I dati dei due studi tornano a confermare quanto sia complessa e lenta la mutazione del tessuto strutturale dell’audiovisivo, nonostante l’impegno profuso a vari livelli e la costante advocacy dei gruppi, come WIFTI, e dei singoli. E nonostante l’anno passato abbia visto uscire film di grande successo Black Panther: Wakanda Forever di Ryan Coogler e Nope di Ryan Coogler e di critica come TILL di Chinonye Chukwu, di The Woman King di Gina Prince-Bythewood e She Said di Maria Schrader.

 

Guardando invece con voluto ottimismo al 2023 e auspicando che il trend torni positivo per tutti i gruppi sottorappresentati, ringraziamo IndieWire per aiutarci a sognare con la lista dei film a direzione femminile che sono in preparazione nelle varie major: dall’attesissimo Barbie di Greta Gerwig a The Marvels di Nia DaCosta, da Polite Society di Nida Manzoor a Nightbitch di Marielle Heller a Flamin’ Hot di Eva Longoria e Are You There, God? It’s Me, Margaret di Kelly Fremon Craig e molti altri ancora.

 

Non resta che augurarci un 2023 che ci sorprenda in positivo e che siano buonissime visioni!

 

Per saperne di più: Women Were Better Represented in Hollywood During the Silent Film Era, AFI Study Reports (EXCLUSIVE) | Failure to Change: Two Reports Examine Hollywood’s Lack of Progress Improving Diversity on Movie Sets |Every Studio Film Directed by Female Filmmakers Coming Out in 2023 and 2024

 

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