Mindfulness a pedali:
trabocchi e trabocchetti
– di Gabriella Tucci

23 Dicembre 2021

Ecco, l’aria fresca e pungente, qualche giro di pedale e sono al quinto chilometro.

 

Il profumo del mare portato dal vento, i colori, il silenzio.

 

Ho proprio bisogno di questo per liberare la mente, rinnovare le energie ed entrare in contatto con me stessa, con quella parte di me che, nella frenesia della quotidianità, a volte perdo.

 

Scricchiola un po’ la leva del freno, ma è un suono antico, che mi ricorda il passato. Mi ritrovo a pensare ad alcune fasi della mia vita, come quella lunga e bellissima di lavoro per i canali televisivi del gruppo Fox. Quanto ho viaggiato in quegli anni, lavorare per un dipartimento internazionale è davvero una boccata d’aria continua! Mai avrei pensato, un giorno, di dover lasciare quel lavoro e mai avrei immaginato che il noto Mickey ne sarebbe stato la causa! Quanti cambiamenti quando un’azienda ne compra un’altra!

 

Pochi rumori intorno a me, qualche grido di gabbiano, la catena un po’ arrugginita della bici, la nuvoletta di fiato caldo che produco senza quasi faticare. Dieci chilometri e neanche me ne sono accorta. Che tranquillità, quasi come durante il Covid, poca gente in giro e la natura che ringrazia. Certo, cavoli, oltre a Mickey ci si è messo pure il Covid, a complicare la situazione!

 

Una leggera salita, un colpo più forte di pedale, mi sollevo un po’ sulla sella e vedo in lontananza un trabocco. Ha i suoi annetti, ma la palafitta su cui si regge è forte ed è esperta di mare. Ecco, mi sento proprio così, già. Sono tenace, solida, sicura e le sfide non mi spaventano. Tra corsi di outplacement, contatti vari, passaparola, consulenze, mi sono rimessa in discussione. E tra grandi o piccole aziende ho portato a termine tanti progetti, con soddisfazione mia e del mio datore di lavoro del momento.

 

Intanto sono a 15 chilometri, incredibile. L’asfalto levigato e verde della pista ciclabile scorre via veloce, così come la spiaggia sulla sinistra e la vegetazione sulla destra. Incrocio qualche cane con relativo padrone al seguito, li guardo e penso che la fiducia reciproca è quello che rende il loro legame così forte. Eppure, tra le nuove sfide di questi tempi, ho accettato una collaborazione con una piccola società sempre nel mio campo lavorativo, dove ho sentito proprio quella differenza di cultura aziendale che complica la comprensione reciproca e che impatta sui risultati, della quale si era parlato in Professioniste dell’Audiovisivo, in uno degli incontri via Zoom di WIFTMI (QUI IL LINK).

 

Rallento un pochino fino a fermarmi, voglio scattare una foto a quella casetta abbandonata piena di graffiti.

Quanto mi piace osservare, cogliere gli aspetti reconditi delle cose, l’estetica, il messaggio trasversale, il cercare altre angolazioni per scoprire ciò che è meno ovvio, dicono che si chiami pensiero laterale ed è quello che provo ad applicare in tutto quello che faccio. Anche quando sono coinvolta in un lavoro che non rientra completamente nel mio ambito di competenze cerco di individuarne gli aspetti che mi possano gratificare, soddisfare e salvaguardare la salute psico-fisica.

 

Il lavoro perfetto forse non esiste, ma la predisposizione giusta è fondamentale!

 

Riprendo a pedalare, mi accorgo di avere sudato un po’ e la sosta mi ricorda che nonostante sia novembre, nell’aria si respira la primavera. Ma che meraviglia pedalare in libertà, sentirsi in pace con la natura, la sensazione di benessere che lo sport ti regala!

 

Venticinque chilometri e non sentirli. Ma certo, con quella vista mozzafiato, le montagne innevate in lontananza, il mare, la natura… quale modo migliore di svuotare la mente da tutto ciò che non è davvero importante e concentrarmi su ciò che conta per recuperare energie e autostima? La pedalata di un giorno, e già mi sento nuova!

 

Ah, dimenticavo, sono napoletana, romana di adozione, ma il mio rifugio è l’Abruzzo e, per la mia seduta di auto-counseling in sella ho chiesto un consulto alla Via Verde della Costa dei Trabocchi.

 

Sono partita da Francavilla al Mare fino a Ortona con circa 10 minuti di treno e poi ho imboccato la ciclabile che corre lungo l’ex ferrovia adriatica inaugurata nel 1863 e dismessa soltanto nel 2005 e che arriva fino a Vasto. E per chiudere in bellezza, un rilassante pranzetto con un bel calice di vino in riva al mare. (Via Verde dei Trabocchi)

 

Sono pronta per ricominciare, chi mi lancia la prossima sfida?

 

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