Le donne del mese – Le leonesse della Mostra del Cinema di Venezia
– di Claudia Catalli

29 Settembre 2021

Femminile, plurale: la donna del mese, per questo mese, è un meraviglioso gineceo di donne che hanno creduto fino in fondo nel loro lavoro e ce l’hanno fatta. Sono le leonesse d’oro della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia appena conclusa, le artiste che hanno riportato a casa i premi più prestigiosi del festival. Si va da nomi forti e noti a livello planetario come l’attrice Jamie Lee Curtis, vincitrice del Leone d’Oro alla carriera, alla finora sconosciuta Audrey Diwan che ha convinto la giuria “all’unanimità” con il suo film La scelta di Anne – L’Evenement. Un film-caso sull’aborto nella Francia del 1963 che la regista stessa ha voluto definire “un viaggio dentro la pelle della mia giovane protagonista”. Si riferisce all’esordiente Annamaria Vartolomei, che ha chiamato sul palco per condividere anche fisicamente il momento della premiazione: nel film interpreta una studentessa di talento che rimane incinta in tempi in cui l’aborto era reato.

 

Anche il Leone d’argento alla miglior regia ruggisce con voce di donna, e che donna: nello specifico Jane Campion, tornata a girare un film dopo dodici anni, con The power of the dog, un western poetico ed evocativo con uno strepitoso Benedict Cumberbatch e con Kirsten Dunst. L’attrice e neoregista Maggie Gyllenhall ha ritirato invece il premio per la sceneggiatura del film che segna, appunto, il suo debutto alla regia: The Lost Daughter, tratto dal romanzo di Elena Ferrante sulle madri imperfette, con la gigantesca Olivia Colman come protagonista. Durante l’intervista mi ha detto: “La cosa più importante che ho imparato dal romanzo, e poi facendo il film, è che sentirsi profondamente sbagliata o a disagio, come donna e come madre, è assolutamente ok. Dobbiamo parlare di più di questi temi, scardinare tabù millenari e rovesciare l’immagine della donna perfetta che coltiviamo dentro e fuori di noi”.

 

Madre imperfetta è anche Penélope Cruz in Madres paralelas di Pedro Almodóvar, per cui è stata premiata con una Coppa Volpi che ha voluto dedicare a sua suocera Pilar Bardem, affettuosa e veggente: “È venuta a mancare due mesi fa, le sue ultime parole sono state: Love you. Coppa Volpi”.

 

A fare gli onori di casa della Mostra è stata infine Serena Rossi, scelta in qualità di madrina, che ha voluto ricordare, nei suoi discorsi cerimoniali di apertura e chiusura della Mostra, “quello che abbiamo vissuto con i cinema e i teatri chiusi e quello che stiamo vivendo in questo momento, a partire dalla situazione in Afghanistan”. Non sono mancate manifestazioni di solidarietà alle donne afghane alla Mostra, tanto sul tappeto rosso – ancora blindato (leggi: murato) e vietato al pubblico per “motivi sanitari” – quanto in un panel internazionale apposito con la partecipazione della documentarista afghana Sahra Mani, nonchè nel nostro Seminario dedicato a parità e inclusione, di cui parliamo in questo numero della newsletter.

 

Insomma, anche a Venezia le donne ci sono state, ci siamo state e ci si siamo fatte valere, ascoltare e sì, finalmente anche premiare.

 

 

Claudia è una scrittrice e una giornalista che non potrebbe mai vivere senza il cinema (ma anche i libri, le mostre, i concerti e così via). Collabora con numerose testate nazionali e finora ha scritto un libro (Metamorfosi), ideato una miniserie (Anna quella che non sei), realizzato format culturali per radio e tv (My Studio, CineCocktail) e creato un podcast (Back to the Cinema, su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts etc). Domani chissà. Il suo motto è: “Non scrivere né per te, né per gli altri, né per l’oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto”.

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