FeST e WIFTMI
insieme per contare!

29 Settembre 2021

Si è appena chiusa a  Milano la terza edizione del FeST – il festival delle Serie TV.

 

Lo scorso sabato 25 settembre WIFTMI e FeST hanno presentato il panel Insieme per contare. Networking e sguardi femminili nella produzione seriale, che ha visto partecipare la coordinatrice ed editor di Lynn Fabia Fleri, la sceneggiatrice e produttrice creativa Barbara Petronio, la regista Paola Randi e la nostra Presidente Domizia De Rosa. Ha moderato la scrittrice Giulia Blasi.

 

Si è parlato di quanto contano le donne nel settore televisivo, dal punto di vista numerico, creativo e decisionale di fronte a un pubblico numeroso e interessato.

 

Blasi ha aperto la discussione partendo dai dati noti per l’Italia, che mostrano come lo stereotipo dei lavori maschili (es. regia) e femminili (es. adattamento dialoghi) continui a influenzare le scelte delle persone a partire dalla scuola per finire al tipo di progetto creativo, nel contesto del ritardi strutturali dell’industria audiovisiva italiana in materia di genere. In questa chiave possiamo leggere il predominare del documentario low budget fai-da-te rispetto ai film di finzione, per non dire di quelli ad alto budget, dove un circolo vizioso spinge registe e autrici a osare meno per poter fare.

Un chiaro esempio del dislivello percentuale fra le varie occupazioni visto con la lente dei film usciti in sala diretti da donne che hanno ricevuto un finanziamento pubblico nel 2015-16 è in questo numero: 12%. Il 12% è il numero delle registe. (fonte: ricerca DeA).

Dati più recenti non presentano un sostanziale miglioramento e soprattutto dialogano fra di loro a fatica, provenendo da fonti diverse. Ancor più grave per la lettura del comparto è la scarsità di numeri per il settore televisivo.

 

Che cosa fare e che cosa si è imparato dalle esperienze individuali?

 

A proposito di stereotipi Randi ha condiviso due aneddoti gustosi per le categorie “No, ma davvero sei una regista? Pensavo fossi la segretaria di edizione” e “Ciao ospite di evento, di chi sei la fidanzata? Ah, ops, siamo stati noi a invitarti in quanto vera professionista” che illustrano come si debba lavorare sulla percezione. Fortunatamente ci sono stati dei miglioramenti rispetto al momento nei quali tali episodi sono accaduti, ma, ha invitato Randi calorosamente, bisogna osare. Bisogna sfidarsi e nel caso delle studenti, scegliere i corsi che qualcuno crede ancora maschili e dare del proprio meglio senza preconcetti e paure.

 

Venendo ad oggi, Fleri ha parlato della risposta eccezionale che hanno ricevuto in casa Groenlandia con la nascita di Lynn, la divisione dedicata alle registe. Più di 300 progetti hanno inondato la loro posta accompagnati da messaggi di entusiasmo e di supporto. Un segnale chiaro e netto che le creative ci sono e che si trovano ad affrontare un doppio ostacolo, strutturale e culturale. Nei progetti ricevuti finalmente ampio spazio a storie ad alto budget e di respiro internazionale. Poche le prescelte, come giusto che sia per un casa di produzione che deve investire e vedere risultati, ma quante buone idee ci sono sul mercato per chi ha l’apertura mentale di aprire la porta alle creative, dicendo chiaro e tondo che non è un favore?

 

De Rosa ha sottolineato come per le professioniste gli ostacoli viaggino a due livelli, uno visibile, l’emerso e uno sotterraneo, il non emerso, e come questi operino non solo nella realtà quotidiana ma anche e spessissimo a livello inconscio, dove autosabotaggio e mancanza di autostima fermano o dirottano altrove intere carriere.

 

A questo proposito Petronio ha raccontato di come si sopravvive quando si è l’unica donna nel gruppo di lavoro e di come si possa e debba trovare la propria voce per essere pienamente creativa e non solamente esecutiva, per non essere più chiamate solo per inserire il tocco feminile mancante o per dare vita a una personaggia nata morta. Inevitabile il doversi adattare al contesto, ma fondamentale non esserne vittima. I nuovi operatori del mercato hanno però portato una discontinuità nel modo in cui i progetti vengono valutati – non si guarda il genere di chi porta il pitch, ma il contenuto del pitch stesso. Questo approccio è fondamentale per far cambiare le mentalità e i modi. E il farsi sentire.

 

Il panel si è concluso individuando tre campi d’azione sui quali intervenire insieme come individui, associazioni e organizzazioni di settore perché i numeri visti all’inizio possano cambiare in tempo reale:

 

-stimolare le istituzioni rilevanti a collaborare a un progetto costante e continuo di rilevamento dei dati del mercato audiovisivo, che includa nella propria metodologia non solo i parametri di genere e quanti altri necessari a misurare diversità e inclusione, ma anche e soprattutto una valutazione di impatto di genere in ogni fase di lavoro;

 

-invitare il privato come ad esempio i broadcasters a guardare a tutte le azioni positive che operatori internazionali come Netflix hanno adottato per incrementare diversità e inclusione, diventando loro stessi promotori del cambiamento con i loro investimenti;

 

-formazione, formazione, formazione – che sia dei giovani o di chi lavora da tempo; dalla tecnologia al concetto di inclusione e pari opportunità, tutto è in evoluzione e questo è il momento di rimettersi in pari e formare le eccellenze non del 2040 ma del 2023.

 

Tre campi d’azione ambiziosi, così come devono essere.

 

La nostra Presidente Domizia De Rosa approfitta di questo spazio per ringraziare tutte le partecipanti al panel per la disponibilità e per quanto condiviso in preparazione e durante l’evento. L’arricchimento personale che queste occasioni creano porta sempre nutrimento per riflessioni e iniziative future.

 

Un ringraziamento speciale va alla direttrice artistica Marina Pierri, co-fondatrice del festival e autrice del must-read Eroine. come i personaggi delle serie tv possono aiutarci a fiorire, per aver costruito un festival stimolante e realmente inclusivo, sul palco e in platea, offrendo rappresentanza reale a chi quotidianamente vede sfidato il proprio diritto di esistere per il suo semplici non conformarsi a modelli prestabiliti, qualsiasi essi siano.

 

Speriamo che con questa edizione del FeST si sia stabilito un precedente che sia di riferimento per quanti vorranno parlare del mondo della serialità (e non solo) e che pungoli a fare ancor meglio.

 

Grazie a tutte/i coloro che hanno lavorato per e con il FeST, regalandoci davvero mondi da (ri)costruire, come promesso dal titolo di questa edizione, Crafting Worlds.

 

La sfida a superarsi con la prossima edizione è aperta.

 

Noi ci siamo!

 

Per conoscere tutti i vincitori del FeST: FeST – Il Festival delle Serie Tv: ANNUNCIATI I VINCITORI DEI “SERIAL AWARDS”

Per saperne di più di Eroine e di Marina Pierri, iniziate con la sua video-pillola Serie TV. Perché parliamo di “personaggio femminile forte”? per il nostro progetto Pregiudizi di genere: analisi di una inconsapevole auto-diffusione: Serie TV. Perché parliamo di “personaggio femminile forte”? – di Marina Pierri

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