WIFTMI al Filming Italy
Sardegna Festival

30 Luglio 2021

Anche quest’anno siamo molto felici di aver partecipato al Filming Italy Sardegna Festival, diretto da Tiziana Rocca, dal 21 al 25 Luglio, al Forte Village,

 

Dopo la call-to-action che abbiamo lanciato a maggio sui nostri canali di comunicazione, abbiamo avuto un bella risposta da parte delle nostre socie che ci hanno inviato i loro lavori con molto entusiasmo. La nostra commissione ha selezionato due cortometraggi e un documentario che sono stati proiettati al Festival sardo come Scelta Women in Film, Television & Media Italia con la speranza che il tema della parità di genere apra gli orizzonti di sempre più persone e che il lavoro delle donne dell’audiovisivo venga valorizzato al pari di quello degli uomini.

 

Le nostre scelte sono ricadute su:

 

🔸 SOLA IN DISCESA

cortometraggio prodotto e diretto da Claudia di Lascia e Michele Bizzi, fondatori della casa di produzione Kinedimorae, e incentrato su questioni sociali e contro la violenza di genere. Nella foto,  una scena.

 

Questa opera ha vinto tra le centinaia di partecipanti il primo Bando Speciale MIBACT Non Violenza: lo schiaffo più forte 2019, un appello speciale per le società di produzione che lavorano su temi e sceneggiature di violenza di genere e per opere che affrontino in modo nuovo il tema, purtroppo ancora attuale, della violenza contro le donne.

 

Una grande occasione che la nostra socia Claudia ha sfruttato al meglio creando un team speciale, coinvolgendo alcuni dei migliori capi reparto donne della zona milanese: la scenografa Eugenia Tartarelli, vincitrice del premio Best Set Design al La Jolla International Fashion Film Festival per il loro ultimo film dedicato alla moda Princess – Diversity in fashion con protagonista una ragazza con la sindrome di down; la costumista Valentina Carcupino, la montatrice Giulia Zennaro, giovane talento della Prague Film School, la make-up artist e hair-stylist Elisabetta Flotta, nota per le sue collaborazioni con registi famosi come Pupi Avati e Luca Guadagnino, ma anche la direttrice di produzione Ramona Linzola, che ha collaborato alle maggiori produzioni di videoclip musicali italiani, e l’aiuto regia Antonella Spatti, anche giovane regista dell’associazione di registi pubblicitari Air3.

 

Per questo e molti altri motivi, rispettando tutti gli standard richiesti, il film ha ottenuto, con il supporto di WIFTM Italia, lo speciale badge e riconoscimento 10% for 50-50 per la gender equality nel suo assetto produttivo e nella sceneggiatura.

 

Il cortometraggio è ambientato in un ascensore simbolico in cui una donna ripercorre la sua vita e incontra tutti gli uomini che l’hanno maltrattata fisicamente o psicologicamente. Viviamo in soggettiva, attraverso gli occhi della protagonista, le azioni e i simboli della violenza contro tutte le donne. Nel frattempo, l’ascensore scende e la protagonista diventa gradualmente più giovane fino a quando non diventa una bambina. Un cartello finale recita “Il rispetto per le donne si impara da bambini”.

 

🔸 I TITOLI CHE VORREI

Il cortometraggio è il frutto di un progetto di laurea insolito, nel quale la giovane autrice e co-protagonista si mette in gioco per raccontare una storia. Tutti abbiamo qualcosa da dire e ostacolare una donna desiderosa di raccontare, significherebbe non fruire di una storia vera e sincera, frutto di uno sguardo complesso verso la quotidianità e di un’inclinazione propria a tradurre in opere d’arte gioie e sofferenze.

Con I titoli che vorrei, la regista Sarah Signorino, ha avuto l’occasione di raccontare un pezzo della sua anima con il supporto di uno scenario intriso d’arte, un racconto che era per lei necessario; sperando che presto non si parli più di “occasioni” ma che vengano aperte indistintamente le porte a tutti i narratori, chiunque essi siano, capaci di emozionare.

 

Il cortometraggio ci racconta l’incontro di una laureanda in cinema che riesce finalmente ad avere un incontro con un ex-regista, grazie all’amicizia che legava l’uomo al nonno, recentemente scomparso. La studentessa decide di registrare l’incontro, con l’intenzione di scoprire perché un certo film non sia mai stato realizzato.

 

🔸 VIA DELLA FELICITÀ

Con questo documentario di Martina Di Tommaso, talentuosa regista che ci ha lasciato troppo presto, vogliamo omaggiare la sua opera ed i suoi messaggi di integrazione, parità e inclusione affinché arrivino a più persone possibili.

 

Via della felicità inizia a Enziteto, un quartiere dormitorio del barese, che la trentaseienne protagonista Elisa lascia perché non vuole che i suoi figli crescano lì. Raggiunge la sorella in Germania, ma lo sradicamento e il silenzio amplificano la solitudine. Elisa e i suoi figli devono trovare il proprio posto nel mondo.

 

Via della Felicità nasce da un incontro umano fortissimo, quello tra la regista ed Elisa.
“Ci siamo riconosciute e scelte a vicenda, ho scelto di seguirla in Germania perché in realtà l’avrei seguita ovunque, travolta dalla sua forza e dal suo coraggio. Elisa e la sua famiglia hanno accolto senza riserve me e il mio sguardo e abbiamo iniziato a filmare con una naturalezza che non ha mai smesso di sorprenderci, finché i momenti in cui la camera era accesa sono arrivati ad assomigliare completamente a quelli in cui era spenta. Via della felicità è una fotografia intima e discreta di una famiglia alla ricerca di uno spazio di felicità possibile. È la storia del grande atto di coraggio necessario a raggiungere un altrove indefinito e della lotta silenziosa che Elisa e i suoi figli hanno dovuto compiere per restare in Germania e non tornare indietro.” ha raccontato la regista.

 

Nata a Bari nel 1989, Di Tommaso si è diplomata all’Accademia del Cinema per Ragazzi di Enziteto nel 2008. Negli stessi anni partecipa alle tre edizioni del Bari Film Stage e nel 2010 viene ammessa ai corsi di regia del Centro sperimentale di Cinematografia. Nell’estate del 2011 segue il corso di alta specializzazione in regia cinematografica “Fare Cinema”, diretto da Marco Bellocchio e Daniele Segre, all’interno del Bobbio Film Festival e nel 2013 consegue il diploma di Regia presso il CSC. Ma è nel 2015 che la sua storia cambia: è in quel momento che si avvia la lavorazione della sua opera più nota, Via della Felicità, prodotto da Controra Film e Rai Cinema con il sostegno di Apulia Film Commission e Siae S’illumina. Il progetto è finalista agli Italian Doc Screenings all’interno della prima edizione del MIA –Mercato Internazionale dell’audiovisivo, è finalista al Premio Solinas Documentari 2017 e vince il primo premio al workshop di sviluppo In Progress del Milano Film Network.

 

Nel 2019 ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio Mia sorella di Saverio Cappiello, mentre nel 2020 con un altro cortometraggio, dal titolo Lucha Y Siesta, racconta la casa delle donne che porta lo stesso nome a Roma, fondamentale esperienza autogestita di accoglienza per donne vittime di violenza nata nel 2008 dall’occupazione di una palazzina dell’Atac nel quartiere Tuscolano, oggi minacciata di sgombero.

 

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