Lady Gaga:
“Quando sentite di non contare, resistete”
– di Claudia Catalli

29 Novembre 2021

Guai a parlar male delle donne, specie di quelle che si sono fatte da sole partendo da zero. E’ il monito che lancia Lady Gaga nel presentare il nuovo personaggio a cui ha dato tutta la sua grinta, visceralità e devozione per l’Italia: la battagliera “signora Gucci” nel film House of Gucci (dal 16 dicembre al cinema). Chi scrive ha avuto modo di incontrarla, dribblando orde di fan e paparazzi, in un ristretto incontro con la stampa organizzato all’ultimo a Palazzo Parigi a Milano. Dal vivo la rockstar cede il passo a una giovane donna politicamente attiva e dalla dialettica inarrestabile, con un’energia potente e contagiosa, determinata a guardare dritto negli occhi il suo interlocutore e dire la sua sempre e comunque. Anche e soprattutto quando vuole esprimere un’opinione ritenuta scomoda, come ha fatto pubblicamente in studio a Che tempo che fa, difendendo con forza la comunità LGBTQ+, dichiarando:

 

“Siete i più coraggiosi, i più gentili, i più generosi. Dovete essere protetti ad ogni costo, come tutti gli esseri umani sulla Terra, e continuerò a scrivere musica e a combattere per voi”.

 

A chi si chiede come mai, dopo l’ottima prova d’attrice in A Star is Born in cui interpretava la ragazza della porta accanto (con un’ugola d’oro), Lady Gaga abbia accettato di interpretare la moglie e mandante dell’omicidio di Maurizio Gucci, lei risponde così:  ”Provo empatia per la famiglia Gucci e non mi stanco di ripetere che quello di Patrizia Reggiani, che non ho conosciuto di persona, è stato un errore enorme. Sono convinta che tuttora viva con un grande rimpianto dentro di sé, per aver perso l’amore della sua vita e il padre delle sue figlie. Ma quella che a me premeva raccontare è una storia di sopravvivenza. Più indagavo con approccio giornalistico la sua vita, più cresceva in me l’interesse su chi fosse davvero come donna, su che tipo di storia d’amore cercasse, su quanto si fosse sentita esclusa e messa da parte. Non so cosa penseranno o diranno di Patrizia dopo la visione di questo film, io la ritengo colpevole ma al tempo stesso spero che la conversazione si concentri sulle donne e su cosa succede quando veniamo spinte oltre il limite”.

 

Al di là della storia più o meno aderente ai fatti (tratta dal romanzo di Sara Gay Forden, ed. Garzanti), che il film racconta in modo più o meno discutibile, resta il tentativo riuscito di aver dato vita a un personaggio femminile molto forte: “Ho parlato con persone che conoscevano da vicino Maurizio Gucci, mi raccontavano che di Patrizia amava la donna forte e tenace che ha osato tenere testa agli uomini del business di famiglia”. Così come Gaga nel film tiene testa, eccome, al cast stellare: Al Pacino, Jeremy Irons, Adam Driver, Jared Leto e un’inedita Salma Hayek in versione amica maga dei tarocchi.

 

“Hanno chiamato Patrizia e la sua amica ‘streghe’ – continua Gaga – Credo che ci siano compagne spirituali e amiche in grado di vedere il futuro”.

 

Quanto alla sua italianità, last but not least, ci tiene a sottolineare che vorrebbe imparare l’italiano per girare un film, appunto, italiano, anche in ricordo del compianto (letteralmente, con tanto di lacrime al solo pronunciare il suo nome) nonno Joseph Anthony Germanotta.

 

“Ho un grande senso di rispetto per gli italiani e ho lavorato molto per cercare di avere l’accento giusto. L’Italia è uno dei paesi più belli del mondo, durante le riprese ci ho vissuto con gioia e ringrazio ancora tutti coloro che in piena pandemia ci hanno aiutato”.

 

Cuore di Gaga.

 

 

Claudia Catalli è una scrittrice e una giornalista che non potrebbe mai vivere senza il cinema (ma anche i libri, le mostre, i concerti e così via). Collabora con numerose testate nazionali e finora ha scritto un libro (Metamorfosi), ideato una miniserie (Anna quella che non sei), realizzato format culturali per radio e tv (My Studio, CineCocktail) e creato un podcast (Back to the Cinema, su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts etc). Domani chissà. Il suo motto è: “Non scrivere né per te, né per gli altri, né per l’oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto”.

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