Le donne del futuro prossimo –
May Abdalla
30 Gennaio 2025
Cari lettori e lettrici,
Sono felice di ritrovarvi dopo un periodo di pausa natalizia e di affrontare insieme la storia di una nuova donna del futuro prossimo. Spero che potremo scoprire insieme tanti nuovi profili interessanti in questo nuovo anno!! Per chi fosse nuovo tra di noi, vi invito a scrivermi all’email [email protected] per suggerire storie di ispirazione di donne che stanno plasmando il nostro mondo. Potrebbero diventare le protagoniste del prossimo numero della nostra rubrica dedicata alle donne del futuro prossimo!
Qui è Dalia, che, osservando le foglie cadere dalla finestra, è pronta a condividere con voi storie piene di motivazione e determinazione. Prima di iniziare, voglio ricordarvi l’eclettica e innovativa Taryn Southern, l’ultima donna di cui abbiamo parlato. Se ve la siete persa, potete scoprirla a questo link.
Oggi vi sveleremo la storia di May Abdalla, regista immersiva, giornalista, produttrice esecutiva e CEO di Anagram. May è un’artista che ama testare i limiti dello storytelling documentaristico e delle nuove tecnologie, esplorando le infinite possibilità per progettare esperienze innovative. Il suo talento e la sua visione le hanno portato numerosi premi e riconoscimenti, tra cui un Leone d’Oro al Festival di Venezia nel 2024, Gran Premio Della Giuria per la Migliore Opera VR nel 2021 al Festival di Venezia.
May fa parte del comitato del Sheffield International Documentary Festival ed è un membro fisso della giuria per le categorie documentari e interattivi dei BAFTA. Inoltre, è giurata per i prestigiosi World Press Photo Awards e One World Media Awards.
Originaria del Libano, May ha intrapreso una carriera ricca di esperienze pionieristiche. Prima di fondare Anagram nel 2013, ha lavorato alla BBC, dove ha sviluppato Alternative Reality Games (ARG) per il dipartimento Current Affairs. Nel 2010, ha guidato un progetto audace e provocatorio: Give Your Vote, un’iniziativa che permetteva ai cittadini britannici di “donare” i propri voti a persone provenienti da Paesi influenzati dalle politiche del Regno Unito, scatenando un acceso dibattito sul concetto di democrazia e solidarietà globale.
Nel 2011, May ha raggiunto il successo con la produzione per la BBC di Our War, una piattaforma multimediale che rappresenta una pietra miliare nel documentario interattivo. Questo progetto, vincitore di un prestigioso Bafta, ha raccolto dieci anni di filmati per raccontare in modo intimo le storie personali degli abitanti dell’Afghanistan durante la guerra.
Nel 2013 fonda Anagram, di cui ad oggi è executive director. La sua ambizione era chiara fin da subito, creare qualcosa per coinvolgere il pubblico ad un livello più profondo.
Tra i primi progetti che realizza ritroviamo Nowville, un progetto che nasce come una scultura interattiva in evoluzione. Immaginate una città del futuro: un modello di carta, muto e desolato, con file di edifici fantasma, cartelloni vuoti e strade tortuose. Nel 2018, per due mesi nell’Arcade di Bush House, questo spazio silenzioso si è trasformato grazie alla creatività collettiva degli studenti e del personale del King’s College London. Era un’esplorazione di un grande interrogativo: se avessimo il pieno controllo, potremmo davvero costruire un mondo migliore di quello che conosciamo?
E poi c’è The Collider, un viaggio emozionante che va oltre la realtà, esplorando il cuore delle relazioni umane in una coreografia che alterna momenti di separazione e connessione. Creata per coppie di partecipanti, questa esperienza vincitrice di prestigiosi riconoscimenti – tra cui Best Immersive Artwork al Sandbox Immersive in Cina (2019) e Best of VR al Festival del Cinema di Venezia 2019 – ti guida in un’esplorazione intima del potere e delle dinamiche che ci tengono uniti o ci separano. La macchina cerca di identificare la “materia invisibile” che scorre tra le persone – corrosiva, deliziosa, misteriosa, diventando una riflessione sulla nostra capacità di comprendere e vedere l’altro, tra fallimenti e successi, fino al momento magico in cui la connessione finalmente avviene.
Il successo più grande arriva nel 2021, May dirige e produce Goliath, un’esperienza immersiva in realtà virtuale della durata di 25 minuti. La storia racconta di Jon, un uomo il cui nome online è Goliath. Diagnosticato con schizofrenia paranoide, Jon ha trascorso molti anni in un ospedale psichiatrico. Dopo essere stato dimesso, ha affrontato stigma e isolamento, fino a trovare un senso di appartenenza e comprensione attraverso il mondo del gaming online. May ha voluto utilizzare questa esperienza per invitare il pubblico a riflettere sulla propria relazione con la realtà e offrire uno sguardo profondo e umano sullo stigma associato alla salute mentale. Questo progetto ha riscosso un enorme successo, vincendo il Grand Jury Prize a Venezia nel 2021 e ottenendo una candidatura agli EMMY Awards.
Il suo impegno verso la sensibilizzazione continua e nel 2024, May è tornata nella sezione immersiva del Festival di Venezia con un’opera altrettanto ambiziosa, narrata da Tilda Swinton: “IMPULSE: Playing with Reality”. Questa volta ha raccontato l’esperienza di vita di persone che soffrono di ADHD (disturbo da deficit di attenzione/iperattività). L’opera esplora il processo mentale di quattro persone che ogni giorno lottano per controllare i loro impulsi, l’utente é letteralmente catapultato in una combinazione travolgente di adrenalina e agitazione. Il suo obiettivo è ancora una volta quello di abbattere barriere e pregiudizi, permettendo al pubblico di vivere esperienze estremamente umane e riconoscibili, che aiutano a connettersi con le proprie difficoltà o con quelle di persone care spesso distanti.
Ciò che rende May Abdalla una figura unica nel panorama artistico è la sua straordinaria capacità di unire la tradizione documentaristica con storie profondamente umane e reali. Ogni sua opera nasce da un processo di ricerca accurato e appassionato, che include interviste faccia a faccia e momenti di rivelazione personale. Attraverso la VR, May si propone di sfidare un mondo che troppo spesso ci vuole invincibili e privi di debolezze, riportando l’attenzione sulla vulnerabilità e sulla connessione autentica.
“Credo ci sia qualcosa di unico nell’uso delle storie immersive per raccontare esperienze che non possiamo vedere direttamente. Sembra quasi banale, ma c’è un potenziale enorme in questo approccio. La combinazione di fantasia, realtà e persino terrore che si trova, ad esempio, nella psicosi, si presta incredibilmente bene alla realtà virtuale.”
A questo link potrete trovare una delle sue interviste in cui discute l’uso dei ricordi del pubblico nella progettazione di esperienze interattive e rivela alcune fasi del processo creativo di The Collider.
Il suo impegno va ben oltre il racconto artistico. Collabora attivamente con l’NHS e l’Università del Western England di Bristol per sensibilizzare il pubblico su tematiche delicate e complesse, promuovendo il cambiamento sociale attraverso la potenza delle esperienze immersive.
Grazie al suo talento, le esperienze immersive che crea non sono solo opere d’arte, ma anche potenti strumenti di riflessione, capaci di abbattere barriere e stimolare conversazioni profonde. La sua influenza e il suo impatto nel mondo dell’arte e della tecnologia continuano a crescere, alimentati dalla sua creatività senza limiti e dalla sua determinazione a svelare i lati più intimi di ognuno di noi per toccare le corde della profondità e fragilità umana.
Con questa incredibile storia, vi saluto care lettrici e cari lettori e mi auguro che la storia di May vi abbia ispirato tanto quanto me. Al prossimo incontro!
Vostra, Sempre,
Dalia
Courtesy of Romina Reggio – Non solo Cinema
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